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SHAME regia di Steve McQueen

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Marco Iafrate     8 / 10  05/02/2014 22:55:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

L'interessantissimo regista Steve McQueen affida al fascino del suo attore feticcio Michael Fassbender il difficile compito di rappresentare una delle ossessioni apparentemente più piacevoli dell'uomo: Il sesso.
Il titolo ci riporta immediatamente all' infanzia, a quel periodo della vita dove "toccarsi" era peccato, se ti masturbavi diventavi cieco e i fumetti per adulti, che altro non rappresentavano che delle semplici scene d'amore, venivano scambiati e maneggiati come il tritolo o delle partite di eroina, ergo: Il sesso era tabù.
Lo è tutt'ora? Dal film sembrerebbe di sì. Brandon conduce una vita normale, ha un buon lavoro, una casa, un difficile rapporto con la sorella Sissy, nulla di particolare se non fosse che Brandon ha un chiodo fisso…… quello! Ci viene mostrato dalle manovre con una mano sola, chiuso al bagno di casa o dell'ufficio, dal pc perennemente collegato a siti che non sono propriamente cartoni animati, dalle centinaia di riviste pornografiche, dalle fanciulle che prima di occupare il suo letto, contano le banconote, frutto della serata.
La regia è notevole, asciutta e diretta. Senza andare ad approfondire il percorso che ha portato Brandon in quello stato, lascia che sia lo spettatore a costruirne l'impalcatura, non sappiamo nulla di quello che è successo prima della magnifica inquadratura che apre il film e non sappiamo cosa esattamente accadrà dopo la scena che lo chiude.
Quello che vive Brandon è sesso senza amore, l'insofferente atteggiamento nei confronti della sorella è figlio di questa ossessione, l'incapacità di far convivere insieme sentimenti e perversioni è totale, ne è un quadro eloquente la serata passata con la collega di lavoro, quando a spogliarsi non è una prostituta le cose non vanno come dovrebbero andare, Brandon non è in grado di amare.
Bellissime molte scene, la performance di Sissy al piano bar in cui si rivela tutta la sensibilità di Brandon o quando i due, ripresi di spalle seduti sul divano si parlano, quel dialogo racchiude un universo, quello dell'incomunicabilità, popolato da sensi di colpa e da antichi rancori. Il finale è aperto, lo sguardo di Brandon ci inviterebbe a pensare in un senso ma, l'abbiamo visto, la carne è debole.