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FAUST (2011) regia di Aleksandr Sokurov

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Invia una mail all'autore del commento logical     9 / 10  02/11/2011 02:14:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La più grande qualità di Sokurov è la concentrazione. Il suo 'esercizio' è proprio come trattenere il fiato per far smettere il singhiozzo; si sa che durerà il tempo necessario a convincere il diaframma a rilassarsi e a lasciarci respirare in pace. A volte è un eterno piano-sequenza in un museo altre volte una ripresa immobile che fissa due o tre soldati in una trincea in montagna.
Questa volta l''esercizio' è più complesso, si dichiara triplice e si arrampica tra i classici con la più grande presunzione e fortuna che si possa immaginare.
Sulla carta, raccontare - di nuovo? - il Faust di Goethe, proprio con tutte le appendici, il diavolo, l'omunculus, le tentazioni, la lotta, i demoni, la catarsi finale... sembra assolutamente improponibile se non si è in grado, almeno, di trasformare il cinema in un quadro fiammingo, usare la luce come un liquido denso, le lenti deformanti per raccontare le angosce e i vizi, trovare la faccia per il diavolo, raccontare il suo corpo, farlo camminare, trovare le donne di Rembrandt, affiancarle a quelle di Van DIck, trovare un paio di punti sulla terra dove è evidente la presenza dell'inferno e, nel frattempo, non perdere nemmeno un secondo con qualcosa di 'reale', inutilmente terrestre.
Ovviamente ci riesce, con la stessa irritante sicurezza di Herzog o la visionarietà di Pasolini o Paradjanov. Solo i grandi riescono a trovare tutto il necessario.