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BELLI E DANNATI regia di Gus Van Sant

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MexicoCityBluEs     9 / 10  09/03/2009 14:46:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il miglior Gus Van Sant per me è tutto in questa pellicola del 1991; tipicamente, profondamente ancorata al suo tempo culturale, ne deduce lo spirito, la forza e l'amarezza condensandole in un quadro già maturo per un epoca ancora tutta da cavalcare.
La semplicità di ogni sequenza si mostra coerente, senza alcuno sforzo estetizzante, creando autonomamente gli estremi di una realtà subito cristallizzata su sé stessa, e solo successivamente abusata come stereotipo generazionale.
La tipicità di cui parlo è possibile ravvisarla nella fotografia calda e artisticamente "ruvida", nonché nelle recitazioni sporche fisiche e individualiste degli attori.

Un River Phoenix stratosferico ( meravigliosa la sua confessione d'amore vicino al fuoco, da manuale la sospensione onirica tracciata con il solo strumento della recitazione), la cui prova incredibilmente matura aumenta l'amarezza per la sua precoce scomparsa. Buono anche il lavoro di Reeves, seppur più misurato, chirurgico e sicuramente di minor qualità, ma giusto e credibile per la parte del ragazzo di buona famiglia ribelle con data di scadenza.
Sono molte le situazioni memorabili. Non ultima quella girata nel cimitero, dove l'umanità intera sembra incontrarsi/scontrarsi al proprio funerale - uno tra i tanti possibili se non altro - escludendo il proprio corpo in un caso, e la propria mente in un altro. La risposta sorge solitaria ed empatica: lo spettatore non sceglie, le emozioni lo coinvolgono suo malgrado verso la propria natura. La domanda, invece, semplicemente non esiste.

Gus Van San lancia una sorta di anatema, mostrandoci il marcio del mondo, denudando l'uomo perfino della propria pelle, lasciandolo alle sue nevrosi - alle nostre - per poi sacrificare ogni cosa, forte di una nuova consapevolezza che vuole accomunarci tutti nella lotta esistenziale di Mike in primis. Siamo soli - sembra dirci il regista - in ogni caso, e questo lo sappiamo, lo possiamo perfino accettare; possiamo essere fregati lungo la strada dell'esistenza, ma per quanto degradata e lurida questa sia, un "passaggio" migliore è possibile per chiunque.
Speranza insomma, senza retorica.