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MORITURIS regia di Raffaele Picchio

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  07/04/2015 13:05:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Importante premessa: per apprezzare "Morituris" urge recuperare la versione uncut, ovvero quella non orribilmente censurata con l'eliminazione di circa venti minuti (!) di girato.
Il film di Raffaele Picchio ha infatti nella crudezza e nell'esplicitazione della violenza i suoi maggiori punti di forza, visto che la trama -almeno in partenza- è parecchio banale e pure stupidella.
C'è il solito gruppo di ragazzi alla ricerca di un rave party in una zona isolata e boschiva. La prima mezz'ora scorre senza sussulti, tra dialoghi risibili e una recitazione di basso profilo in cui le italianissime Valentina D'Andrea e Desirée Giorgetti improvvisano un improbabile accento balcanico per dar forza al loro ruolo di straniere in vacanza. Ben presto quella che dovrebbe essere una nottata di sballo e goliardia sfrenata muta in un'aberrante ostentazione brutale, con tanto di twist abbastanza imprevedibile in grado di trasformare la noia incalzante in un rape & revenge decisamente ed effetto.
Che poi di revenge ce n'è veramente poco, in quanto la ferocia umana viene sostituita da quella soprannaturale non attuando alcuna distinzione, vittime e carnefici sono in egual modo oggetto della vendetta proveniente dagli antichi fasti dell'impero romano.
La trovata dei gladiatori zombie -potenzialmente una scemenza clamorosa- funziona a meraviglia, mentre gli effetti speciali di Sergio Stivaletti rendono alla grande sollecitati a dovere dalle armi dei redivivi guerrieri. A non convincere per nulla è la fotografia a dir poco inadeguata, essendo troppo scura finisce col rendere caotiche parecchie sequenze. Ho poi poco gradito la storia parallela con protagonista l'ex pornoattore Francesco Malcom, un surplus di violenza con omaggio squittente al Patrick Bateman di American Psycho, il tutto come complemento malamente integrato alla storia principale.
Cinema low budget feroce e poco indicato ai più sensibili, chiaro il riferimento a registi del passato come Fulci, Lado, Martino: se ne rievoca lo spirito terroristico in maniera forse un po' anacronistica ma non del tutto disprezzabile.