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PICCOLO GRANDE UOMO regia di Arthur Penn

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  30/12/2007 21:55:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non era la prima volta "dalla parte degli indiani" ma il cinema americano degli anni settanta, sicuramente influenzato dal progressismo sessantottino, ha finalmente reso giustizia alla storia dei nativi americani (v. anche Soldato blu di Nielsen, Un uomo chiamato cavallo, Apache).
Il film è gigantesco: un Hoffman che lascia letteralmente senza fiato ripercorrendo le tappe della sua vita, dalla gioventù (coccolato come un figlioccio dai Comanches o dalle grazie di Faye Dunaway) fino alla veste ultracentenaria dei ricordi, senza un minimo di didascalia.
Il realismo di Penn e la grande lezione morale e ideologica del film (con quel senso di annientamento filosofico del tempo che prevale sulle ragioni) lo rendono a tutti gli effetti un classico del genere, e un meraviglioso apologo sulla coscienza
ULTRAVIOLENCE78  17/01/2008 19:25:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma che grande interpretazione. E pensare che Hoffman era agli albori della carriera! Appena un anno prima aveva recitato divinamente in "midnight cowboy".