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PICCOLO GRANDE UOMO regia di Arthur Penn

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ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  17/01/2008 19:23:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa succede quando il "buon selvaggio" del caso, un ragazzo cresciuto tra gli indiani del "popolo degli uomini", si trova a dover vivere tra i "civili" bianchi dell'Occidente "avanzato"? Avviene che si troverà incischiato in una realtà degradante e aberrante, dominata da miseria, morte, egoismo, cupidigia, ambizione e follia: follia come quella che ha portato al barbaro e insensato sterminio dei nativi americani.
Quella di Jack è una vera e propria Odissea, un viaggio negli "inferi" di una dimensione esattamente agli antipodi rispetto a quella in cui è stato amato e allevato. La pace, l'armonia e gli affetti di cui Jack ha goduto fintanto che ha vissuto con i Comanchi saranno soppiantati, nella nuova realtà, da odio, rabbia e opportunismo.
Opera che ha un impianto drammatico, in quanto incentrata sul genocidio degli indiani d'America, ma che si presenta altresì venata da un'ironia azzeccata e arguta, che accompagna perfettamente la disavventura del protagonista e il suo senso di spaesamento e straniamento generati dal contatto con la nuova realtà. Questa ambivalenza strutturale si ravvisa anche nella figura inquietante del generale Custer: personaggio a un tempo crudele e grottesco.
ULTRAVIOLENCE78  17/01/2008 20:26:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"incischiato". INVISCHIATO.