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L'UOVO DEL SERPENTE regia di Ingmar Bergman

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andreacinico     7½ / 10  29/04/2009 12:24:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questa volta mi sono trovato leggermente spaesato nel riconoscere come autore di questo lungometraggio il grande Ingmar Bergman.
Certo, alcuni elementi non lasciano dubbi come la sempre bellissima fotografia del fidato Sven Nykvist (creatore, nello specifico, di atmosfere cupe ed angoscianti), la presenza di Liv Ullmann (una delle attrici feticcio del regista) e le tematiche filosofiche e psicologiche tanto care a Bergman.
Però, in questo caso, sembra insinuarsi un tessuto narrativo di più ampio respiro venendo, quindi, a mancare quei momenti più contemplativi sulle immagini tipici della sua filmografia.
Quasi un film dell’orrore a detta dello stesso autore, dove però l’orrore è l’argomento trattato cioè una Germania in crisi che si avvia verso l’inevitabile avvento nazista (anche se nel film nessuno dei personaggi ci crede ed, anzi, la figura di Hitler viene trattata in maniera piuttosto ironica).
Sembra quasi che Bergman voglia trasmetterci l’angoscia di quel periodo storico utilizzando anche gli espedienti del cinema tedesco di quegli anni, quindi attraverso un espressionismo ben riproposto dalle luci tagliate di Nykvist.
Altro riferimento potrebbe essere l’opera di Kafka soprattutto nella sequenza in cui il protagonista viene condotto tra i labirintici corridoi della clinica per svolgere un lavoro di archiviazione assurdo! Probabilmente le situazioni surreali in cui si ritrova il signor K. nel romanzo “Il processo” trovano il corrispettivo nelle vicende legali che coinvolsero e sconvolsero Ingmar Bergman per molti anni a partire dal 1976.
Nonostante lo stile anomalo per l’autore, la pellicola riflette bene il pericolo di diffusione di ideologie antiumane e come sia facile, per una società, avviarsi verso tale male partendo da un’intolleranza nei confronti del “diverso”.