JOKER1926 5½ / 10 02/05/2013 19:03:26 » Rispondi Ingmar Bergman è ricordato, giustamente, come una delle varie "roccaforti" del Cinema; nel 1977 il regista è padre di un'altra produzione, "L'uovo del serpente", dopotutto si tratta di un lavoro cinematografico meno famoso degli altri della regia. Ma è la stessa regia, comunque, a portare in alto, anche attraverso dichiarazioni postume, tale film. Per Bergman il prodotto del '77 è sponsorizzato come il film più "sentito". Per i critici, insomma, si apre uno spaccato di critica abbastanza complicato.
"L'uovo del serpente" si scompone ,in modo evidentissimo, su una lunga e tetra scia di critica circa la politica nazista che nel film si carpisce totalmente; viene, a più riprese, citato Adolf Hitler nel nome, secondo la regia, della sciagura di un popolo… L'alone emanato da Bergman è di quelli pesanti, varie sono le cose che emergono dal film: depressione, delusione, morte e orrore. Questa ultima componente, quella inerente all'orrore, è più psicologica che pratica. A questo punto, sicuramente, "L'uovo del serpente", si autocelebra come pellicola chiusa e pesante. A tratti emergono le situazioni di nevrosi di Zulawski e l'effetto sembra essere palese, l'inquietudine domina soavemente. Agli occhi di chi osserva il tutto, però, traspare, alquanto facilmente, un grigiore di contenuto e di elaborazione troppo carico, difficile da apprezzare. I ritmi si arrestano ad una lentezza mastodontica, la sceneggiatura fa gran parte del lavoro; la storia si smarrisce quasi sempre e cerca, invano, di darsi un senso in un finale suggestivo. "L'uovo del serpente" è polemica e simbolo ma scena troppo oscura e mortuaria.