ULTRAVIOLENCE78 8 / 10 04/05/2008 20:41:13 » Rispondi Questo è un film che va assolutamente recuperato e
rivalutato per la sua notevole valenza culturale, in quanto fa luce sugli
intricati rapporti che legano il Potere alla stampa. Lo si può
considerare, a ragione, realista -nonostante alcune veniali licenze
melodrammatiche e alcune forzature- se lo correliamo allo scenario
politico-culturale tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni
settanta, ma allo stesso tempo profetico se guardiamo alla realtà
attuale. Salvo isole felici, non esiste più il giornalismo libero
come quello di Montanelli: sono quasi tutti sotto il
"protettore" di turno, pronti a soddisfare i suoi desiderata e
le linee editoriali imposte. Le notizie importanti e scomode vengono per
lo più sottaciute; si mistifica, si fanno trapelare soltanto mezze
verità allo scopo di non screditare il Potere agli occhi del
pubblico, o ancor peggio si creano artatamente delle false notizie volte a
denigrare l'avversario politico come nel caso di specie. Di qui la
caustica invettiva di Bellocchio alla "dittatura mediatica" che,
distorcendo la realtà dei fatti, produce degli effetti devastanti
sulla società: eloquentissima, in questo senso, la scena in cui il
direttore de "Il Giornale" (impersonato dal solito grandioso
Volontè) redarguisce, tacciandola di superficialità -e
identificandola con l'ignorante medio-borghese, la moglie che dà
credito acriticamente alle notizie del Telegiornale. "Sbatti il
mostro in prima pagina" sembra assurgere a canto funebre di
un'intera categoria che ha venduto la propria libertà per un piatto
di lenticchie.