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SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA regia di Marco Bellocchio

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  30/07/2009 11:18:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La stampa al servizio della politica,pericoloso e potente mezzo capace di strumentalizzare a proprio piacimento fatti ed avvenimenti nella Milano degli anni ’70 sconvolta da feroci scontri tra opposte fazioni.Il giornalismo quindi non più inteso come strumento al servizio del cittadino ma come mezzo per manovrare voti e plagiare menti.Sono passati anni dalla realizzazione di questa pellicola,ma ben poco è cambiato,anzi con l’avvento sempre più invasivo della televisione oserei dire che il fenomeno si è purtroppo tramutato in prassi.Lasciando doverosamente da parte discorsi attinenti ideologie e schieramenti politici è giusto soffermarsi a ragionare sul peso specifico che stampa e mezzi d’informazione hanno avuto nel corso della storia.
Marco Bellocchio,regista a me solitamente poco gradito, grazie ad una narrazione sobria ma non per questo poco ficcante,raggiunge una delle sue più alte vette professionali delinenado un mondo corrotto e marcio,fatto di personaggi senza scrupoli,odiosi e amorali come il terrificante protagonista,un Gian Maria Volontè tanto per cambiare eccellente.
Potrebbe definirsi un giallo con denuncia sociale inclusa,ma in realtà l’omicidio della studentessa,quindi il risvolto thriller,è la parte debole del girato.Difatti è solo un pretesto per mostrare le stanze dei bottoni e i deprecabili giochi di potere che si svolgono dentro esse.Ogni tanto si scade nel caricaturale a causa di approcci un po’ banali e di maniera,ne risentono così i caratteri dei protagonisti,poco soggetti a sfumature e a più riprese dipinti in modo rigido,quasi schematico.
Il fascino del cinema impegnato però,ormai quasi scomparso qui in Italia,spazza via ogni dubbio sulla bontà dell’opera,magari non perfetta ma efficace nel messaggio di cui si fa carico.
Molto ispirato il finale,l’autoassolvimento dei propri peccati ed il fiume pieno di rifiuti ed immondizia che ricopre tutto ciò che incontra sul suo cammino sono espedienti narrativi molto più espliciti di tanti inutili ghirigori verbali.