caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA regia di Marco Bellocchio

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Spotify     7 / 10  10/05/2016 00:15:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Validissimo (ed ennesimo) film sull'Italia degli anni 70. Marco Bellocchio realizza un ritratto molto veritiero e diretto del nostro paese di quel tempo, caratterizzato da continui scontri, proteste e cortei ad opera di neo comunisti e neo fascisti. La pellicola è una durissima condanna alla stampa dell'epoca, molto più radicale per quanto riguarda l'ideologia politica, rispetto a quella di oggi, che invece è ovviamente più moderna e distaccata. Bellocchio ci mostra in maniera diretta come in quel periodo, molto spesso, quando si verificavano fatti scabrosi coinvolgenti anche il governo, politici e direttori di questi giornali, allo scopo di favorire un certo risultato alle elezioni, si mettevano segretamente d'accordo per insabbiare i fatti e addossare la colpa a chi poteva dar "fastidio" in vista delle stesse nomine governative. Dal regista poi, ci viene anche offerta l'immagine, di quanto a quei tempi fosse becero il neofascismo, come ad esempio quando Bizanti addossa l'appellativo di "immigrato" nei confronti di un calabrese o ancora la stessa ostinazione nel cercare di attribuire il reato ad uno di sinistra solo perchè lo stesso direttore del giornale è un fascista in tutto e per tutto. Il director rappresenta molto bene tutti questi temi qui, anzi, spesso si preoccupa più di curare essi che di badare al lato tecnico, non che poi quest'ultimo sia mediocre. Grandiosa la direzione degli attori e naturalmente in primis quella di Volontè. Il regista ottiene dall'attore milanese proprio quell'interpretazione che mettesse in mostra l'arroganza e la meschinità di un direttore della stampa, per di più di estrema destra. Bella l'atmosfera che Bellocchio riesce a creare, molto caotica e perfettamente raffigurante il nostro paese durante quegli anni. In più c'è anche una fotografia che è resa si molto scarna, scelta però necessaria al fine di evidenziare il disordine che costantemente imperversava nelle città. Il ritmo c'è, la storia procede spedita con una narrazione che si fa sempre più intrigante ed avvincente man mano il film procede. Il finale è eccellente, c'è un colpo di scena confezionato davvero coi fiocchi, davvero spiazzante, in più abbiamo anche un po' di buona suspense. L'epilogo poi è ancora più bello, visto che racchiude, quasi l'intera tematica della pellicola. Gian Maria Volontè è fenomenale, veramente un attore formidabile. In questo film è luciferino, fa sempre il doppio gioco, è opportunista, furbo e sleale. La sua unica missione è quella di mettere in cattiva luce i comunisti. L'interpretazione dei dialoghi è magistrale e le espressioni sono fulminanti. Recitazione eccezionale.
Molto brava anche Laura Betti nel ruolo dell'eccentrica Rita Zigai. L'interpretazione è riuscitissima e c'è una versatilità esemplare. Anche qui grande esplicazione dei dialoghi. La sceneggiatura invece non è di altissimo livello, neanche basso, ma penso che si potesse fare di più. Più che altro sembra che la vicenda potesse essere sviluppata più approfonditamente e invece sembra tutto trattato con un po' di sufficienza. Altra cosa che lascia un po' perplessi è stato il ruolo giocato da Rita Zigai, la quale alla fine non si capisce realmente che fine faccia e di conseguenza se il suo personaggio sia davvero servito a qualcosa. Per il resto è tutto buono, dai dialoghi molto possenti e frizzanti fino alla gran caratterizzazione di Bizanti, passando per il clamoroso colpo di scena finale.

Conclusione: una buona pellicola sull'Italia degli anni 70, fa pensare molto su come era la situazione politica dell'epoca. Gran parte del merito va ad uno straordinario Volontè. Un 7 pieno ci sta tutto.