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DIARIO DI UNA SCHIZOFRENICA regia di Nelo Risi

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  28/02/2014 10:21:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La diciasettenne Anna soffre da anni di schizofrenia. Passare da una clinica all'altra non ha sortito alcun miglioramento, i genitori decidono quindi di portare la ragazza in Svizzera da Madame Blanche, ovvero una nota luminare riguardo il trattamento dei disturbi mentali.
Il grande pregio di Nelo Risi è quello di adottare un approccio quasi documentaristico sfociante in un realismo assolutamente incisivo, il regista non insegue mai neppure per sbaglio scene strappalacrime o caricate di ulteriore drammaticità; eppure riesce a far breccia, a coinvolgere con senso della misura dichiarato sin dalle ragionate tempistiche narrative. I fatti vengono filtrati dallo sguardo di Blanche, realmente esistita con il nome di Marguerite A. Sechehaye dal cui romanzo omonimo è tratto questo dolente percorso che condurrà a risultati a dir poco impensabili per gli standard medici del periodo.
La pellicola si concentra quindi sul metodo curativo prescelto, riportando i successi come gli errori, di cui uno in particolare gravissimo tanto da risultare quasi fatale. Risi si astiene anche dal giudicare, lascia intuire solamente delle responsabilità da parte della madre con l'unico scopo di giustificare certi bisogni della paziente e non certo per crocifiggere la pur poco simpatica signora.
Un film quindi validissimo dal punto di vista cinematografico ma presumibilmente interessante anche per chi bazzica la materia. Difatti viene esplicitato in maniera lucida l'innovativo approccio terapeutico, fino ad allora basato su medicinali, elettroshock e altre barbarie, poi affrontato in maniera del tutto naturale attraverso brillanti intuizioni derivanti da un dialogo psicoanalitico mirato a comprendere, e se possibile soddisfare, le necessità del paziente e non solo a inibirne le crisi.