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IL PAZIENTE INGLESE regia di Anthony Minghella

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Invia una mail all'autore del commento NNIICCKK     8 / 10  22/01/2006 19:44:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La carta assorbe avidamente la dolce pittura secreta dai crini del pennello quasi fosse un monito per l'uomo che nasce dai movimenti morbidi della mano che lo disegna. Come se il percorso di questa linfa vitale dovesse inesorabilmente venir prosciugato nell'attimo stesso in cui la figura è completa. E finalmente gli elementi! Apparentemente è l'Aria la prima a comparire, solcata da un biplano giallo che sembra viaggiare attraverso il tempo piuttosto che attraverso lo spazio; ma non è così. L'occhio dello spettatore viene ingannato da un abile presque-vue. Un richiamo alla terra, un monito, quasi una premonizione. E quando la contraerea abbatte il veivolo ecco che fa la sua comparsa il Fuoco con tutto il suo potere distruttivo. L'acqua rappresenta l'elemento erotico. È sudore, è saliva, sono due corpi immersi nella stessa vasca da bagno; è la stessa fontana nella quale, seppur in due momenti diversi, un uomo e una donna (l'infermiera ed il tenente indiano) lavano i loro capelli. Dopo diventeranno amanti, ma il loro primo contatto avverrà bagnandosi nella stessa acqua. Il paziente inglese, nei suoi 160 minuti di durata, presenta una trama perfettamente simmetrica. Al passato (nei flashback) troviamo tre esistenze devastate da una passione più forte di loro che precipitano verso l'inevitabile; ma dalle ceneri delle loro tre vite altre tre vite risorgeranno. La bucolica crocerossina che crede di portare iella a chi le vuole bene scoprirà che non è vero: nonostante il suo uomo sia uno sminatore, questi non salterà in aria mentre disinnesca una bomba. Lo sminatore stesso è un tenente indiano al servizio di Sua Maestà Britannica. Anche lui, singolarmente, risalirà il baratro nel quale è sprofondato il suo popolo quando gli inglesi ne hanno fatto una colonia. Alla fine del film riconoscerà l'esistenza di due inglesi degni di rispetto nel suo defunto sergente e nel paziente inglese (che tra le altre cose non è inglese ma dell'Europa dell'Est). Sarà sufficiente per rappacificarlo con gli oppressori. Infine Wilhelm Dafoe; funzionario britannico torturato dai nazisti. Dopo essersi vendicato di tutti coloro che hanno causato il suo dolore rinuncia a completare il suo disegno perdonando l'ultimo uomo (per l'appunto il paziente inglese che è, a modo suo, innocente) ritrovando così quella serenità che gli era stata negata da anni di tormento. Ma tutte queste vicende umane impallidiscono di fronte alla storia tra il bravo Ralph Finnes e la splendida Kristin Scott-Thomas. Il loro amore attraversa la narrazione come un fiume in piena, irrompe negli scenari come una spada che squarcia un telo teso. Eppure... ...eppure manca qualcosa, o forse c'è qualcosa di troppo; sta di fatto che la sensazione che ha lo spettatore nel momento in cui esce dal cinema è al disotto delle aspettative di capolavoro annunciato. Sarà per via della presenza di Juliette Binoche, che qui vediamo in una inedita versione stile Mulino Bianco con un improbabile (e improponibile) vestitino a fiori; sarà per l'eccessiva lunghezza della pellicola; sarà per la presenza di un Deserto che vorrebbe essere ossessiva ma che risulta 'turista fai da te - no Alpitour'; sta di fatto che il film annaspa inceppandosi in una pericolosa crisi d'identità (vicenda umana oppure melò?) senza riuscire a giustificare l'obbiettivo raggiunto. Ed a proposito dei 9 Oscar vinti dal Paziente inglese è stata proprio l'interprete più meritevole, Kristin Scott-Thomas, a restare senza la statuetta d'oro. È comunque lei il miglior pregio de Il paziente inglese, e siamo grati al regista (o a chi per lui) di aver portato all'attenzione del grosso pubblico la sua bellezza; riproponendola in quel ruolo che fu di Audrey Hepburn: diva eterea in un mondo di maggiorate prorompenti e diaboliche mangiatrici di uomini; raro esempio di attrice che piace agli uomini senza essere antipatica alle donne. La dolcezza del suo sguardo vale il prezzo del biglietto.