kowalsky 7½ / 10 12/05/2012 17:15:58 » Rispondi Non conosco l'opera letteraria di E. Carrere, ma sono assolutamente certo che questo film sia un piccolo miracolo, di sobrietà e gusto, di intelligenza e squisita tensione temporale. Niente a che vedere con certi melodrammi all'americana dove il ricatto è minato sempre dalle aspettative del pubblico o del regista sullo spettatore stesso. Un modello ricorrente potrebbe essere La mia vita senza me di Isabel Coixet, altrettanto lieve ed efficace. Chiaro, una simile storia innesca qualcosa a molti di noi, ma erano anni che non ascoltavo dialoghi insuperabili in simili contesti, o situazioni che mettono i brividi almeno quanto le vicissitudini della protagonista (la richiesta paterna di Claire rispetto alle diverse aspettative di Stephane). Su tutto, un'attrice come M. Gillan, talmente bella e brava da desiderare fortemente di baciarla (per inciso un'incrocio sublime tra l'Anna Karina di Godard e una giovane Jane Birkin). Se questo è il cinema europeo in anni di crisi, c'è da aspettarsi una ripresa, se non economica, quantomeno artistica. Non mancano vero situazioni improbabili e forzature (v. spoiler), come è ambiguo il legame che lega Claire al marito (ne è davvero innamorata?) ma in fondo sono gli stessi difetti che ho riscontrato in due dei film francesi più amati in questi anni, Welcome e Quasi amici, In definitiva, un altro buon film europeo
Può una paziente oncologica entrare e uscire dall'ospedale quanto vuole? Perchè Stephane invita Claire all'incontro di rugby nonostante le sue pessime condizioni? Per quale ragione continua a comportarsi da "amante"? E perchè suscita così tardivamente le sacrosante rimostranze del marito di Claire?