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L'ARRIVO DI WANG regia di Manetti Bros.

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  30/03/2012 09:56:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sarà imperfetto perché un po' troppo reiterato in alcune circostanze o perché comunicante dei tratti bozzettistici,eppure "L'arrivo di Wang" è comunque da considerarsi un buon film.I difettucoli alla fine incidono molto relativamente sul risultato finale e i Manetti Bros si confermano come delle rarità da preservare nell'ambito della nostra lobotomizzata cinematografia.Un esiguo numero di attori e un'altrettanto povera varietà di location bastano per ideare un soggetto per buona parte articolato su serrate diatribe verbali tra un'interprete,un funzionario statale e il non meglio identificato signor Wang (geniale l'idea di farlo parlare in cinese).
L'attenzione viene rivola sulle difficoltà di comunicazione e di costruire relazioni tra soggetti provenienti da diverse culture, con conseguente adattamento utopico del "diverso" alla nuova realtà.Inevitabili quindi gli scontri culturali,spesso messi in moto da ignoranza e beceri pregiudizi qui compressi durante uno spietato interrogatorio.
Alla staticità iniziale fa eco una chiusura movimentata in cui i registi si rivelano piuttosto beffardi,anche cinici se vogliamo,in onore della loro ormai nota capacità di barcamenarsi tra dramma ed humor nero.Gli effetti digitali sono accettabili,mentre è molto azzeccato il cast,con Francesca Cuttica dall'imprevista bravura e il sempre inappuntabile Ennio Fantastichini pur in un ruolo poco sfumato.
"L'arrivo di Wang" rimarca la grande passione dei registi romani nell'arrischiare un genere delicato come la fantascienza,che rari casi a parte,mi vengono in mente "Nirvana" e il recente "L'ultimo terrestre",rimane esiliato da decenni dalle produzioni nazionali
Quasi impossibile non affezionarsi a questo progetto audace e sfacciato,cinema verace che antepone il divertimento degli autori (e anche nostro) all'incasso.