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HIMIZU regia di Sion Sono

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deadkennedys     7½ / 10  13/02/2013 20:19:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ogni volta che guardo un nuovo film di Sion Sono mi convinco che il massimo del'abiezione umana sia stata raggiunta, che non si possa scendere più in basso. Puntualmente vengo smentito dal film successivo; quì più che mai.
Così come Spike Lee volle essere il primo a filmare, ne "La 25a Ora", la cicatrice ancora fresca di Ground Zero allo stesso modo Sion Sono filma spietatamente la devastazione portata in Giappone dal tremendo terremoto\tsunami di due anni fa.
In entrambi i casi c'è un duplice intento : una dichiarazione d'amore alla propria terra ma soprattutto, indugiando con la telecamera fra le macerie, l'indagare la devastazione interiore di un popolo.
In Sion Sono l'inumanità e la miseria non si palesano tramite la semplice violenza fisica (abbastanza marginale in verità) ma attraverso l'indifferenza totale verso sè stessi e gli altri, la disintegrazione familiare più assoluta, il rigetto verso qualsiasi rapporto umano, un disprezzo tale (su tutto l'agghiacciante dialogo tra padre e figlio) da non sembrare di questo mondo. Parallelamente, anche ciò che resta delle zone colpite dallo tsunami e dei dintorni di Fukushima non sembra di questo mondo.
E' l'annichilimento più totale; la presa di coscienza e l'impotenza di fronte ad un dolore incomparabile non posson lasciar ancora spazio ad ulteriore indifferenza. Il prezzo della consapevolezza è la follia.
Eppure in un quadro dalle così fosche tinte può esserci un barlume di salvezza ed una flebile fiammella di umanità, d'amore, assurge a qualcosa di simile al miracolo : talmente nobile e disinteressato da causare diffidenza e timore.
Come il sacrificio dell'anziano a cui ormai non resta più nulla se non la speranza in Sumida, nel futuro, in una nuova generazione.
Il grido di rabbia finale lascia spiazzati : "Sumida! Non arrenderti! Sumida! Non arrenderti! Non arrenderti!"
Il giovane quattordicenne è il Giappone devastato di Sion Sono.
Vorrei poter dare qualcosa in più a questa pregevole pellicola, non perchè il degrado e l'abiezione siano titoli di merito, ma per gli intenti del regista. Purtroppo alcuni momenti mi hanno convinto meno di altri e, nonostante la bravura del giovane Shota Sometani, la trama non si evolve in maniera fluida e spesso si impantana, un po come il giovane protagonista nella fanghiglia del lago in riva a cui sopravvive. Il regista sopperisce con qualche furba trovata e colpi di scena, forse non originalissimi, ma ben ponderati

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Tornano tutti gli attori protagonisti di Cold Fish in ruoli più o meno secondari.
Non il migliore di Sono, ritengo superiori Love Exposure ed il già citato Cold Fish, ma sicuramente una validissima pellicola che merita per lo meno una visione.
deadkennedys  13/02/2013 20:31:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Riconosco le mosche nel latte.
Puntini nel bianco.
Lo so.
Riconosco un uomo dai suoi abiti.
Anche questo so molto bene.
Riconosco il bel tempo da quello brutto.
Lo so.
Riconosco una mela dall'albero.
Io lo so.
So chi lavora e chi ozia.
So tutto.
Tutto mi tiene in vita.
Conosco ogni cosa.
Riconosco le guance rosa da quelle pallide.
Conosco la morte che tutto divora
So qualsiasi cosa.
Tutto tranne me stessa"