kafka62 7½ / 10 27/04/2018 11:14:45 » Rispondi Sembrerebbe difficile prendere sul serio questa commedia degli equivoci, questo giallo involontario, in cui i personaggi sono o troppo cattivi (l'anima nera dell'intreccio, la sorella maggiore Camille) o troppo stupidi (l'altra sorella Cora) o troppo ingenui (il giovane poliziotto Jason) o troppo onesti (il negro Willis). Eppure questi personaggi, lungi dall'essere stereotipati, risultano essere sapientemente tipizzati, in vista della realizzazione di un apprezzabilissimo effetto volta a volta comico o grottesco, proprio come in una commedia di Shakespeare o di Moliére. E il teatro è, a ben vedere, la vera cifra espressiva del film: teatrali sono le implausibili agnizioni finali
. Teatrale è ancora la Salomé che Camille mette in scena con gli improbabili attori della cittadina (l'avvocato, il poliziotto, il negoziante, ecc.) e che costituisce una sorta di doppio, di specchio del film, nel senso che
anche il finto omicidio di Cookie viene organizzato come una messinscena teatrale, ed è architettato talmente bene che finisce per ritorcersi contro l'autrice (nessuno alla fine crede al suicidio, e poi Cora ha imparato a mentire – ossia a recitare – in maniera così convincente da risultare credibile davanti ai poliziotti). Con grande soddisfazione di tutti (paradossalmente, è possibile parlare di lieto fine anche se viene incolpato un innocente), Camille finisce in carcere per omicidio, senza altra scelta che quella di sprofondare in una tragica, consapevole (e teatrale, manco a dirlo) follia.
Altman è sempre stato a suo agio in film corali, e anche nella descrizione di questa sonnacchiosa cittadina del Mississippi, dove non succede mai niente (come afferma in un negozio un sarcastico cartello) e dove tutti conoscono tutti (il vice-sceriffo non crede alla colpevolezza di Willis perché "io vado a pesca con lui"), riesce a lasciare il suo segno inconfondibile (quella naturalezza nei dialoghi, quella raffinata scorrevolezza di scrittura, quell'umorismo caustico che ricordano i suoi film migliori), grazie anche a un trio di attrici (Glenn Close, Julianne Moore e Liv Tyler) davvero strepitose.