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UNA SEPARAZIONE regia di Asghar Farhadi

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Terry Malloy     9 / 10  03/11/2011 15:01:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutti colpevoli, tutti innocenti.
Farhadi si diverte (si fa per dire..) ad analizzare, come un vero aristotelico (se sti arabi non avessero la Fede, sarebbero dei grandissimi logici), una degenerazione. I meccanismi di una separazione (titolo splendido) sono ingranaggi razionali e appunto logici che solo apparentemente appartengono alla legislazione del sentimento e della cultura: fede, politica, relazioni, senso dell'onore, soldi etc etc sono solo uno specchio per le allodole. Pare piuttosto a me che Farhadi cerchi uno sbocco logico nel dimostrare come un evento possa determinare una serie di fatti contingenti, assolutamente necessari, che s'ingrossano come un fiume in piena grazie a ipostasi socio-culturali. Perché ogni personaggio fa continuamente passi avanti e passi indietro, ogni motivazione di un gesto ne rivela diecimila tutte in contraddizione tra loro. Questo è un vero film poiché scevro da qualsiasi spinta culturale. Ci aspettavamo un certo tipo di Cinema (e infatti di andare a vederlo non avevo troppa voglia), e invece troviamo Cinema. Una sceneggiatura che sì trae spunti dalla realtà in cui è stata concepita (e infatti ciò che dà inizio alla Tragedia è la tesi per cui in Iran non si viva bene), ma che si libera dal dominio della retorica facile di denuncia, in cui era pericolosissimo cadere. "Per lasciare un messaggio basta un telegramma, il Cinema è un'altra cosa" diceva uno che del cinema aveva capito tutto. Se questo film avesse semplicemente voluto lanciare un appello, una critica, avesse voluto far vedere agli iraniani e a noi quale situazione c'è là, avrei dato 7. Ma questo film va ben oltre. è un meccanismo a orologeria, in cui tutto va secondo i piani di un Ente regolatore e onnisciente che è Farhadi, ma che siamo anche noi. Non a caso la prima sequenza, la più significativa del film, si apre con i due protagonisti che parlano con un Giudice di cui non si conosce nemmeno il volto. Mi ha ricordato tantissimo l'Interrogatorio di Antoine Doinel con la psicologa nei 400 Colpi. Questo è un film da cui si può imparare tanto Cinema. E di sicuro Farhadi pensava al suo Paese mentre lo girava, tuttavia si è innanzitutto ricordato che è un regista, e non un reporter.
pier91  03/11/2011 16:28:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sei proprio bravo alle volte
Terry Malloy  03/11/2011 17:09:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sìsì dicono tutti così poi si preferiscono altri commenti.
pier91  03/11/2011 17:58:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ahahah ma va là che ti leggo sempre
Niko.g  04/11/2011 10:31:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì ma non piangere.
Terry Malloy  04/11/2011 21:23:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma che ***** vuoi?