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I COMPARI regia di Robert Altman

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Neurotico     9½ / 10  20/05/2015 15:27:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
McCabe & Mrs. Miller è un western crepuscolare, oscuro, invernale, fatto di fango e neve, solitudine e disperazione.
Tratto da un racconto di Edmund Naughton e diretto dal grande regista Robert Altman, I Compari inquadra un western ribaltato nei suoi elementi cardine rispetto al canone del genere che fino ad allora si era imposto.

McCabe infatti incarna una figura contraddittoria di eroe perchè se da una parte gode di una fama di spietato pistolero (anche se, esclusa la parte finale, non lo vediamo mai all'opera), dall'altra si dimostra un uomo d'affari più bravo a trattare prostitute che a tenere la contabilità della sua impresa o a corteggiare la signora Miller, autoritaria e decisa, (interpretata da una bravissima Julie Christie), che fa entrare come socia in affari della sua casa di tolleranza, e di cui poi si innamora.
Inoltre c'è anche un'ambientazione piovosa, decadente ed invernale a rompere con la tradizione del genere western, che per la maggior parte delle volte era stato immortalato in atmosfere desertiche, aride e bruciate dal sole.

E' un western popolato da minatori, operai, zoticoni, bifolchi e sporcaccioni che alleviano la loro disperazione e solitudine con la compagnia di allegre p.uttane. Dall'iniziale atmosfera goliardica e scanzonata, con battute e scenette dentro una cornice decadente ed autunnale, sino al finale, pessimista, immerso in una soffice nevicata che accompagna una caccia all'uomo dall'esito beffardo.
Le stoccate polemiche alla libera impresa e al mito del self-made man, tipiche del sogno americano, sono evidenti e confermano la visuale anticonvenzionale di un regista unico e dallo sguardo acuto come Robert Altman, non avvezzo a facili concessioni alle logiche commerciali dell'industria cinematografica hollywoodiano.

Resta solo il sibilo del vento che soffia a rompere il silenzio di un west miserabile, lurido, fangoso, ostile. Le struggenti note di Leonard Cohen sottolineano l'aura malinconica, mentre la fotografia "sgranata" di Vilmos Zsigmond, che illumina stupendamente di rosso molti interni, riflette la cupezza che percorre tutto il film. E' emblematica la sorte, spietata e beffarda, del cowboy interpretato da Keith Carradine, in un duello insensato che ha poco di spettacolare o cinematografico.
E' un film magnifico, con un epilogo che, nella sua disperazione, comunica una solitudine che lascia un'amarezza infinita.


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