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VENDETTA (1984) regia di Stephen Frears

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Angel Heart     8 / 10  16/03/2012 13:37:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il piccolo, simpatico delinquente inglese Willie Parker (Terence Stamp, bravissimo come sempre) decide di testimoniare in tribunale contro mandanti e complici con i quali in passato aveva preso parte a svariate rapine. A fine processo, per protezione, la polizia decide di spedirlo in un piccolo paesino della Spagna sotto falsa identità.
Dieci anni dopo, i killer Braddock (John Hurt, mostro) e Myron (Tim Roth, magistrale già al suo esordio) lo rintracciano, lo rapiscono, e con lui intraprendono un viaggio in macchina con destinazione Parigi. Ma la strada è lunga, l'ostaggio esasperante e fin troppo tranquillo, e per di più, tra i tre si mette in mezzo una ragazza enigmatica (la tettona Laura Del Sol) che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Piccolo grande thriller degli anni 80, sfortunatamente poco conosciuto al grande pubblico. Messo in scena con gran classe e diretto con mestiere da Stephen Frears, è un film on the road coinvolgente, imprevedibile e ricco di colpi di scena che fa molta leva sulla scelta minuziosa dei paesaggi desolati, sulla commistione poco chiara tra vari generi (a volte sembra una commedia leggera, in altre un drammatico, in altre ancora un thriller vero e proprio) e, cosa più importante, sulla grande ambiguità che si portano dietro i quattro personaggi principali, tutti interessanti allo stesso modo e tutti caratterizzati in maniera eccellente: abbiamo la ragazza Maggie che, come già detto, rimane enigmatica fin dall'inizio in quanto non si capisce bene se gioca o meno a fare la vittima; poi abbiamo l'ostaggio Willie, un soggetto colto e filosofico dal quale lo spettatore (e anche chi gli sta attorno) non potrà fare a meno di rimanere affascinato per i suoi modi calmi e gentili (da ricordare che viene rapito per una esecuzione sicura e dolorosa), per la sua maniera di vedere ed apprezzare la vita anche nelle piccole cose, e per la sua preparazione psicologica all'idea della morte; a seguire, troviamo il giovane killer e assistente Myron, uno sbruffoncello al suo primo incarico che, nonostante i finti atteggiamenti da uomo duro, senza paura e dal sangue freddo, si rivelerà, oltre che il più ingenuo, anche l'anello più debole e influenzabile di tutto il gruppo; e infine, abbiamo lo spietato killer di professione Braddock, un uomo freddo e distante sempre protetto dagli occhiali da sole, quasi caricaturiale, indeciso ed esitante solo in apparenza, misterioso e di poche parole sin dall'inizio, ma del quale non si riusciranno a capire le vere, sconvolgenti intenzioni se non negli ultimi minuti di pellicola (quando prenderà una decisione che lascerà lo spettatore con la bocca letteralmente spalancata).

Non c'è altro da aggiungere. Un thriller angosciante e pieno di sorprese, magistralmente diretto, splendidamente fotografato e ottimamente recitato, da recuperare nella maniera più assoluta.
Se non fosse stato per la prima parte, poco movimentata rispetto alla seconda, avrei senz'altro messo qualcosina in più.


Note: i titoli di testa sono accompagnati dalla stupenda musica di Eric Clapton in collaborazione con Roger Waters;
Tim Roth, per la sua performance, vinse un Evening Standard Award.