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FUGA DI MEZZANOTTE regia di Alan Parker

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     9 / 10  13/01/2007 17:08:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fuga di mezzanotte è un film che ti fa uscire con il respiro affannoso dalla sua visione, sia per la violenza e l'impatto visivo molto forte, sia per la carica di tensione che mette in corpo, una corsa sfrenata e faticosa verso il Midnight express, il rapido di mezzanotte, la libertà.

Il carcere viene visto come una piccola realtà quasi avulsa dal resto del Mondo, una spirale di violenza dove i diritti di ognuno vengono calpestati e gli uomini vengono ridotti in condizioni pietose. Parker non si fa nessun problema ad illustrare quanto di più nauseabondo, terribile e fuori da ciò che siamo abituati a vedere possa accadere al suo interno, si sofferma spesso sui particolari per rendere l'idea. La sezione 13 è un coacervo di uomini nudi, pazzi, quasi dei vegetali ormai incapaci di comunicare.
La scena del "combattimento" con Rifki (interpretato da un grande Paolo Bonacelli, uno dei vari attori italiani nel film) è una delle più violente che abbia mai visto.

Spero di riuscire a trovare il libro scritto dallo stesso Hayes (mi pare con l'aiuto di uno scrittore qualificato) per vedere se Parker ha effettivamente portato all'eccesso la storia di Hayes o se è tutto vero per filo e per segno.
Di certo c'è che Parker ha calcato un po' la mano con il ritrarre i turchi: difatti all'uscita del film nelle sale il governo turco voleva farlo censurare; insomma li delinea come veri e propri assassini, "porci" come li definisce il protagonista, che addirittura li maledice. La situazione in paesi come quelli lo sappiamo non è delle migliori, specialmente per quanto riguarda l'argomento droga, polizia, giustizia, ma non era il caso di infierire in questo modo, oltretutto a soli sei-sette anni dall'accaduto.
Il migliore, secondo me, resta John Hurt. Ma Brad Davis entra nel personaggio del protagonista con una partecipazione ed un infervoramento micidiale, si vede che sente dentro la rabbia, lo sgomento, l'odio verso persone che non riesce a capire, soprattutto la solitudine del suo personaggio, che ha perso ogni tipo di speranza in chiunque prima gli era vicino: si arrabbia col mondo intero che lo ha costretto ad una sorte infausta, col suo paese che ha instaurato cattivi rapporti con la Turchia, con tutti.
Bellissima la musica di Moroder.
Insomma non è un film per stomaci deboli.

Osceno invece il "dietro le quinte" diretto da John C. Riead nel 1977 e trasmesso per la TV. Non rende assolutamente onore al contenuto del film ed è alquanto sbrigativo e confuso.