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MARILYN regia di Simon Curtis

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atticus     8½ / 10  05/06/2012 20:26:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film ha una grazia insperata, non c'è sciacallaggio nella sceneggiatura di Adrian Hodges che, al contrario, trova una chiave di lettura del mito estremamente delicata.
Tranche de vie fondamentale per tutti i partecipanti, il periodo de "Il principe e la ballerina" fu la chiave di volta nella carriera non solo di Marilyn ma anche di Olivier e di tutto un cinema inglese classico del tempo che si scontrava con l'ondata "free". Alle tensioni lavorative si aggiungono quelle private, di una donna sfruttata e umiliata dal neo-marita Arthur Miller, di un'attrice demoralizzata dal suo regista, di una bambina spaurita dal mondo e dagli uomini.
L'incontro con Colin Clark, il secondo aiuto regista che cadde come una pera cotta ai piedi di Marilyn, sullo schermo non è semplice gossip: attraverso un episodio scopriamo le fragilità devastanti di un interprete inconsapevole del proprio naturale talento ("Nessuno di noi sa come si recita davanti a una telecamera, ma tu sì, è un dono raro" le dice un monumento del teatro inglese come Sybil Torndike) e l'irrefrenabile bisogno d'affetto di una delle donne più sole e paradossalmente più desiderate al mondo.
Potremmo parlare per ore del rigido accademismo della confezione, della regia inamidata di Curtis (per anni dietro agli sceneggiati della BBC) e dell'irritante sensazione di politically correct dell'operazione.
Eppure la Marilyn che ne esce ha il sapore dell'autenticità, anche grazie ad una prodigiosa Michelle Williams, splendida nell'interpretare un ruolo senza scadere in un facile e sterile gioco di mimica feticista.
Emozionante, nonostante gli inevitabili limiti.
Ci manchi Norma Jean...