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THE OSTERMAN WEEKEND regia di Sam Peckinpah

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amterme63     7 / 10  16/02/2010 21:15:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ultimo film girato da Peckinpah è di genere spionistico. Non è un film ben riuscito soprattutto a causa di una sceneggiatura con molte pecche e che non caratterizza a dovere i personaggi in alcune scene cruciali. Ne risente anche la recitazione che non è sempre all'altezza.
Nonostante che Peckinpah avesse a che fare con un genere inusuale per lui e con una storia abbastanza complessa, riesce lo stesso a imprimere anche a questo film il suo marchio, a spostare il valore e il significato delle scene verso le questioni che gli stanno più a cuore: il valore dell'amicizia, l'importanza suprema che ha la propria libera individualità e le persone più care su ogni altra cosa (soldi, politica).
Anche in questo caso tutto è permesso per conservare quello che conta di più. Alla base c'è la propria sopravvivenza da ottenere lottando all'ultimo sangue, senza tanti scrupoli. Questa lotta coinvolge tutti senza eccezioni, compresi donne e bambini. Sono proprio le scene in cui si dispiega l'istinto primordiale del possesso e della sopravvivenza quelle più riuscite del film, scene palpitanti, pieni di tensione e di energia. Da questo punto di vista espressivo Peckinpah non ha mai deluso.
Anche questo film dipinge la società come bacata, corrotta; chi dirige è impegnato solo a mentire, a nascondere, ad agire in maniera arbitraria e sporca. La novità è la presenza nel film dei mezzi di comunicazione di massa e in particolare della televisione. Quest'arnese diventa la sublimazione del potere di controllo assoluto e di dominio delle coscienze. E' un mezzo potentissimo e chi lo possiede, possiede la "verità", manovra letteralmente le coscienze delle persone e riesce così a stabilire qualsiasi reazione e qualsiasi atto.
Un libertario anarchico come Peckinpah non poteva che accorgersi benissimo del gravissimo attentato che porta quest'arnese alla libertà individuale.
Il finale del film è un appello a spegnere la televisione "con quel che resta della vostra volontà".

Grazie Peckinpah, grazie davvero. Si può rifiutare la tua filosofia del mondo (troppo individualista, troppo violenta) ma bisogna darti atto di grande onestà intellettuale. Hai agito solo per esprimere il tuo pensiero, per spronarci a guardare in faccia a ciò che è scomodo e non ci fa piacere vedere. Ci vuoi far capire che c'è anche tanta violenza palese e nascosta nel mondo in cui viviamo e ce l'hai voluta mostrare senza infingimenti, senza abbellimenti o fascinazioni, solo nella sua bruta realtà. Insomma, non ci hai speculato per esaltare superuomini, oppure non ne hai fatto una merce di consumo, non hai cercato di assuefare la gente. Ce l'hai voluta far vedere così com'è senza spingerci a fare alcuna scelta pro o contro, ci hai lasciato libertà di giudizio.
Libertà: questo è il grande valore della tua opera; cercare di essere liberi in un mondo di schiavi.