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ARRIVEDERCI RAGAZZI regia di Louis Malle

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Marco Iafrate     9 / 10  30/09/2008 22:23:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' lo stile dimesso a rendere tremendamente bella questa pellicola, raccontare una pagina dell' olocausto senza cadere nei consueti stereotipi, senza sensazionalismi o inutili colpi di scena ad effetto non era facile, ritagliarsi un angolino in mezzo alle decine di storie raccontate sulla persecuzione degli ebrei da parte del nazismo quando tanto era già scritto e filmato; Louis Malle mette a confronto le due diverse condizioni attraverso il sottile rapporto tra due ragazzi, Julien e Bonnet, nel periodo in cui, la loro giovane età, non gli permette di comprendere il motivo di tale ineguaglianza e il loro animo non è stato ancora inquinato dalla conoscenza delle nefandezze che causa la guerra.
Il film è dominato costantemente dall'incertezza delle condizioni, perchè Julien deve essere gentile con il suo compagno Bonnet come gli consiglia il priore? Perchè il parroco rifiuta l'ostia a Bonnet? perchè a tavola il giovane non mangia carne di maiale? cosa sono quelle sconosciute preghiere che Bonnet recita di notte alla luce delle candele? tutto contribuisce a creare un'atmosfera tanto inquietante quanto misteriosa. Neanche quando Julien scopre la verità è in grado di dare un senso a quello che viene a sapere, che significa essere ebrei? è attraverso il suo bellissimo sguardo che si coglie tutta la drammaticità del film.
Alcune scene sono di straordinario impatto visivo, come quella di Julien mentre guarda con invidia, attraverso il vetro di una finestra, Bonnet che suona con inaspettata bravura le note di un brano di Schubert, o l'accompagnamento del violino e i visi divertiti e spensierati dei ragazzi alla proiezione in collegio del film "L'emigrante", chiaro omaggio a Chaplin.
Malle scava all'interno dei due giovani protagonisti estrapolandone tutti i sentimenti adolescenziali, i desideri, le paure, le reciproche gelosie, la velata ammirazione l'uno dell'altro; quasi tutto il film è girato all'interno del collegio, spazio che protegge l'universo dei bambini dalla minaccia del mondo degli adulti, perennemente immerso nella luce grigia dell'inverno, gelida, come lo sono i cuori di chi costringe il priore a pronunciare le parole che danno il titolo al film "Arrivederci ragazzi".