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STAND BY ME - RICORDO DI UN'ESTATE regia di Rob Reiner

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hghgg     8 / 10  13/04/2015 13:03:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'è niente da fare... La grandissima malinconia che "Stand By Me" mi lascia alla fine di ogni visione mi porta sempre alla commozione.

Questo gioiello diretto da Rob Reiner nel 1986 si impone come una delle più riuscite trasposizioni di un'opera di Stephen King, per quanto mi riguarda guadagnandosi un gradino del podio anche a scapito di film più quotati, e meno sinceri, come "Le ali della libertà".

Andando un po' più a fondo bisogna anche dire che l'ottimo lavoro di Reiner guadagna ulteriore considerazione se si pensa con quanto tatto e attenzione ha trasposto su schermo quelle che sono alcune tra le pagine più belle che King abbia mai scritto; la novella "The Body" (da "Stagioni diverse") è uno dei più brillanti esempi del talento di uno che, quando gli gira bene, è capace di grandi cose e assolutamente non esclusivamente nel genere horror. Perché quando King non ha trattato il genere horror spesso ha scritto cose stupende, come questa novella. E ne "Il Corpo" e così in "Stand By Me" di orrore non ce n'è affatto...

O forse si, perché a me pare chiaro che King consideri proprio la fine dell'infanzia, la maturazione verso l'adolescenza e l'età adulta come uno degli orrori più terribili, la perdita della purezza, di quella spensieratezza che nasceva anche in situazioni tanto difficili (tutti i ragazzi di King hanno situazioni familiari un tantino complicate...) di quel tipo di amicizia che diventa sempre più difficile da trovare e costruire con l'arrivo dell'età adulta.

Ed è splendido il modo in cui King e poi Reiner ci narrano di questo orrore attraverso uno dei più bei viaggi di formazione che io abbia mai visto.

Da notare come "Il corpo" è per certi versi un piccolo "antenato" di "It" il capolavoro maturo e più completo di King pubblicato proprio l'anno in cui "Stand By Me" usciva nei cinema. Almeno nel modo del raccontare la solidità e la purezza delle amicizie nate e fortificatesi in una certa età, in un certo periodo della vita.

Sul film non c'è molto da dire, assistiamo al viaggio di questi quattro giovani amici per vedere il cadavere di un ragazzo scomparso pochi giorni prima, alle loro peripezie, alla loro crescita e maturazione costante, fino ad arrivare al bellissimo finale dell'avventura, intenso e perfettamente in linea con il climax narrativo del film; e il finale vero e proprio, che dire, malinconia conclusione che in un certo senso è sia "serena" che straziante con le note di Ben E. King a chiudere il sipario.

Si ride e ci si commuove in questo equilibratissimo film, Reiner non sbaglia niente alla regia ed è bravissimo a sfruttare al massimo le capacità dei quattro giovani protagonisti, sempre affiatati, ben coordinati, spontanei e credibili.

Il ritmo è lento quasi sonnacchioso tanto da farti letteralmente respirare l'aria apatica di un'assolata fine d'Estate al tramonto degli anni '50 in un polveroso paesino del Maine e dei suoi vicini boschi e ferrovie (a questo proposito la fotografia è perfetta); il ritmo è lento perché non succede nulla se non quattro ragazzini che càzzeggiano in giro per boschi e rotaie ma proprio le loro avventure riescono ad evitare sempre la noia a coinvolgere lo spettatore, rendendo il film frizzante (anche la durata limitata aiuta) e Reiner alla regia si regala anche alcune sequenze veramente memorabili (la corsa sul ponte inseguiti dal treno ad esempio, e lo scontro finale con la banda di "Asso" per non parlare della scena notturna col dialogo tra Gordie e Chris).

La sceneggiatura non perde mai il filo del discorso i dialoghi sono sempre freschi e molto riusciti, divertenti e intensi a seconda del momento con un invidiabile equilibrio, la caratterizzazione dei quattro protagonisti è perfetta ed è indubbiamente uno dei punti di forza di questo film. I quattro ragazzi, Gordie, Chris, Verne e Teddy, sono personaggi vivi, credibili, con una psicologia studiata e ben sviluppata nel corso del film, sono figure al quale la sceneggiatura restituisce la forza che King aveva dato loro nella novella. Bellissime le musiche che ti trasportano ancora di più dritto dentro quegli anni e quell'epoca.

La riflessione finale, una volta trovato il cadavere, è la ciliegina sulla torta in un film delicatissimo, a quel punto la maturazione sarà raggiunta, l'infanzia messa da parte, l'Estate giunta al termine. I quattro si perderanno di vista, ognuno con il proprio destino, legati da ricordi indelebili ma non più da rapporti diretti ormai persi nel tempo. La molla, tremendamente malinconica, che da il via ai ricordi è quella che vediamo all'inizio e che poi ci viene ben spiegata alla fine del film dal Gordie adulto, dal narratore da quello che nei titoli di coda è semplicemente "The writer" (ennesimo alter ego poi di Stephen King, ovviamente).

Ed è giunto alla fine che questo film mi rompe sempre qualcosa dentro, maledettissima malinconia che "Stand By Me" si porta dietro in maniera indelebile.

Oltre che di King, dell'ottima regia di Reiner e della perfetta sceneggiatura la colpa di questa dannata malinconia è in parte anche di quel còglione di River Phoenix che qui è semplicemente eccezionale e che si confermerà talento puro, uno che avrebbe potuto essere tra i più grandi ma ha deciso di non essere più nulla, o almeno si è dato una bella spinta da solo. Povero lui e poveri noi che abbiamo perso un grande attore decisamente troppo presto. Almeno in eredità ci ha lasciato il fratello minore che ormai è diventato ciò che sarebbe potuto essere lui (e che in parte già era): un attore favoloso.

Grande River Phoenix, e bravissimi anche gli altri tre pischelletti a cui non voglio togliere nulla. C'è anche Kiefer Sutherland nei panni di "Asso" e poi Richard Dreyfuss che ci mette faccia e voce come narratore e simbolo dell'età adulta.

Ah "Stand By Me" che bellissimo film questo di Reiner, bravo a ripetersi sempre con King 4 anni dopo per "Misery". Ma questo gioiello malinconico mi ha lasciato dentro qualcosa di più. Splendido.
ferzbox  13/04/2015 16:11:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Già,Asso Merrill,che sul film di "Cose preziose" è stato addirittura eliminato.....pensa un pò te.....
No certo,"Stand by me" è una delle trasposizioni cinematografiche più riuscite delle opere del Re,assolutamente vero.....come è vero che King sottolinea molto la perdita della purezza,ma un pò sempre in verità,anche con i bimbi...guarda Danny su "Shining",il povero figlio dei Creed su "Pet Sematary",il bimbo su "Cujo" o lo stesso "It"....
hghgg  13/04/2015 19:31:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di "It" ne ho parlato chiaramente scrivendo su "Stand By Me" perché le connessioni sono palesi ed evidentissime. Per il resto questa particolarità della narrativa di King è diciamo più sottintesa però è vero c'è anche in altri lavori, in altri racconti e in altri romanzi, è una sua caratteristica. Però è con "Il corpo" (nei racconti) e con "It" (nei romanzi) che sviluppa questo tema portandolo a perfetto compimento, quando penso a King che racconta la fine dell'infanzia ecc. penso immediatamente a questi due titoli.
ferzbox  13/04/2015 21:07:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche i due libri scritti con Peter Straubb "Il talismano" e "la casa nel buio" analizzano parecchio questa cosa....anzi,il primo te lo consiglio proprio.......
hghgg  13/04/2015 22:41:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non li conosco infatti, vedrò di recuperarli, grazie.
ferzbox  14/04/2015 00:50:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il secondo non l'ho mai letto nemmeno io,ma è il continuo diretto del primo(o indiretto bho); il protagonista è sempre lo stesso non più adolescente ma adulto......"Il talismano"ha pure delle cose che qualcuno ha associato alla saga della Torre nera,ma niente di ufficiale......anche se i riferimenti sono abbastanza palesi....
dagon  13/04/2015 19:31:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bella recensione. D'accordissimo: questo film è un vero gioiello.