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50 E 50 regia di Jonathan Levine

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Mik_94     8 / 10  09/02/2012 20:02:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Adam ,ventisette anni, si è rifugiato in un'esistenza monotona e ordinaria . Collaboratore in un programma radiofonico e fidanzato insoddisfatto dell'algida Rachael , conduce una vita scandita da ritmi inesorabilmente lenti. Corsetta mattutina, doccia , una fugace colazione , lavoro.Non fuma, non beve , non passa col semaforo rosso e non ha mai avuto il coraggio di prendere la licenza di guida. Il rischio di essere coinvolto in un incidente d'auto lo terrorizza.
Un giorno, però, una tragica scoperta fa crollare il castello di carte che ha eretto attorno al suo vivere. Scopre di essere affetto da una rara patologia : un male aggressivo e famelico gli sta rodendo la spina dorsale. Le sue probabilità di guarigione sono poche e incerte.
In quel momento tutto inizia ad andare male. La fidanzata lo molla, il rapporto con la sua premurosa mamma si complica, il lavoro diviene un peso insostenibile. E' certo di avere ancora poco tempo da vivere : non ha particolari ambizioni , né i soldi necessari a realizzarle.
Può fare affidamento soltanto sul suo inseparabile amico Kyle e su Katherine, una dolce psicologa che cerca di aiutarlo a combattere lo sconforto e l'amarezza della sua condizione.
" 50/50" è un film che stupisce nella sua semplicità. Impreziosito dalla splendida prova di Joseph Gordon- Levitt ( 500 Giorni insieme ), il film è caratterizzato da un ritmo vivace e sostenuto. Pur affrontando un tema sofferto e delicato, riesce ad "alleggerire" la tristezza , legata alla gravità della malattia, grazie a una sceneggiatura intelligente e alla comicità travolgente del buon Seth Roger ( Molto incinta). Accompagnati da una colonna sonora tipicamente indie rock , si ride e si ci emoziona . Il tono che pervade il film mi ha fatto pensare un po' al sottile umorismo di "Juno" e, proprio come nel film di Reitman, anche qui, senza stucchevoli momenti costruiti per far piangere, si giunge inaspettatamente commossi al finale. Preziosa la prova di Anjelica Huston : pur apparendo in poche scene, riesce a dare profondità e calore al complesso rapporto con Levitt, che interpreta suo figlio.
Sperando che in Italia abbia una degna distribuzione, credo che il film avrebbe tutte le probabilità per diventare un piccolo cult. Memorabile il "ribaltamento" della drammatica scena in cui il protagonista, in vista della chemioterapia , chiede all'impertinente amico la macchinetta per capelli xD