kowalsky 6 / 10 02/03/2012 18:52:42 » Rispondi Un Giovane Holden che sembra il nipote ritrovato di Woody Allen: questo, in sintesi, il ritratto del bel romanzo di Cameron che permette a Faenza almeno in parte di riscattarsi dalle sue ultime prove poco convincenti (per non dire inaudite ciofeche). La critica c'è andata giu' pesante, e in effetti il film non brilla particolarmente nè per le prove degli attori nè per l'atmosfera, da minimalista fuori tempo massimo, che il regista italiano ha voluto creare. Il personaggio può essere stralunato ed eccentrico quanto basta, ma ricorda certi yuppies di McInerney trapiantati negli Usa di venti trent'anni dopo. Qualcosa però dello spirito del romanzo (ripeto bellissimo) rimane. Chi non si è mai sentito almeno una volta nella vita fuori posto come James? E almeno questo ragazzino perso tra Eugene O'Neill ed Edmund White ha lo spiccato dono dell'autoironia... il risultato è comunque cerebrale e un pò monotono, nonostante la visita al war museum, e diventa stucchevole davanti alle visite del nipote nel giardino (dorato) della nonna, Ellen Burstyn, dove prevale tutta l'intenzione di cadere nel grottesco senza comprenderne davvero la ragione (Cameron avrebbe saputo spiegarlo)