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IL MESTIERE DELLE ARMI regia di Ermanno Olmi

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elio91     8 / 10  08/12/2012 23:30:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è lento, pesante e molto difficile da metabolizzare inizialmente, e lo dice uno che ha visto molti lavori di Olmi dagli anni '80 in poi. Sarà quell'aria documentaristica quasi ai limiti dell'eccesso nella prima parte, fatto sta che è solo nella seconda parte che arrivano delle emozioni forti dato che Olmi si concentra sulla persona di Giovanni de' Medici e sulla sua passione.
A dirla tutta, averlo sentito definire da più parti come un capolavoro assoluto mi ha riempito di aspettative in parte deluse: ammetto di continuare a preferire "Cantando dietro i paraventi"con il quale va a braccetto, raccontando in due modi molto diversi sullo stesso tema, la guerra, solo che nel caso del "Mestiere delle Armi" la visione è pressoché pessimista e disillusa, come dimostrano le parole finali, mentre in "Cantando dietro i paraventi" c'è una lievità da fiaba e le parole finali parlavano di pace. Utopia in entrambi i casi, questo si.
Sta di fatto che ci troviamo di fronte a cinema puro. Non solo: senza esagerare, questo è uno dei film tecnicamente più curati non solo della storia del cinema italiano ma in generale, accostabile al Barry Lyndon di Kubrick. Incredibile come Olmi sia riuscito a calarsi nel periodo storico mostrato fin nei minimi dettagli, perfino nei dialoghi dai sapori arcaici. Altrettanto sorprendente quindi è la svolta del film, che abbandona i campi di battaglia e si concentra sul protagonista analizzandone delirio e visioni da martirio. Anche queste, nel cinema di Olmi, scorrono con una naturalezza lieve, a tratti di incredibile intensità ma sempre inserita in un contesto ai limiti del minimalismo, soprattutto mai spettacolarizzata.
E devo ancora trovare una pellicola di questo autore che non mi piaccia, fino ad ora sono tutte di altissimo livello, pur riconoscendone una pesantezza che dipende solo dall'approccio iniziale: una volta entrati in sintonia col suo cinema poco incline alla narrazione spettacolare, il tutto assume connotati sensoriali di grande impatto. è come guardare l'acqua di un ruscello che scorre e restarne affascinati per come il tutto si muove per un motivo, e con incredibile semplicità. E se il paragone fantasioso e delicato può apparire azzardato visto che si parla pur sempre di una storia di guerra, allora basta vedere per credere.