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SUBMARINO regia di Thomas Vinterberg

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8 / 10  21/01/2014 11:50:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non conosce mezze misure Vinterberg, ci ha messo una dozzina d'anni a formare un suo linguaggio cinematografico, e anche se le attinenze sono poche con 'Festen' ritroviamo una regia finalmente asciutta, fredda e gelida come la fotografia della sua Danimarca. La critica ancora prevenuta con lui, non gli perdona l'arroganza che ha mostrato nelle ultime opere, ma se c'è da indicare un cambiamento di stile quello non è arrivato con 'Il Sospetto' ma è riconoscibile proprio con questa pellicola. Crea questo suggestivo incipit che ha la forza di un montante dritto allo stomaco alla vista del bambino privo di vita. Proprio come ne 'Il Sospetto' che rimandava verso la fine il tic all'occhio accennato all'inizio, qui c'è la stessa chiusura del cerchio con l'origine del nome del bambino cercato nelle pagine telefoniche che inizialmente era destinato al fratellino e poi attribuito al figlio. Finalmente una regia rigorosa, solida, un montaggio serrato nella 2° ora ma anche uno script ordinato in questi 4 atti per narrare 2 vite parattatiche, la fanciullezza passata troppo celermente, il degrado di una genitrice che ha innescato l' 'effetto farfalla' nella vita dei 2 fratelli, poi la vita di Nick, ragazzo apatico, che si trascina con il vizio dell'alcool, lucido, viscerale e bersagliato dagli eventi, l'altro fratello vedovo tossicodipendente a cui il fratello lascia l'eredità della madre, e infine l'ultimo atto, la congiunzione tra Martin e Nick.