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IL ROSSO SEGNO DELLA FOLLIA regia di Mario Bava

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Alpagueur     5½ / 10  26/12/2020 15:13:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche se questo film è decisamente intrigante e visivamente impressionante, non è mai molto interessante. Stephen Forsyth interpreta l'erede di una casa di moda nuziale che ha il bisogno compulsivo di uccidere brutalmente le spose per potersi avvicinare a un mistero che è chiuso nella sua mente dalla sua infanzia. Questo film è visivamente sbalorditivo, non si può negarlo. L'uso del colore e dell'illuminazione da parte di Bava è molto impressionante. In breve, questo film ha uno stile da bruciare. Il suo sgargiante lavoro di ripresa aiuta a dare ad alcune scene un'atmosfera inquietante, e certe scene funzionano molto bene (le visioni di Forsyth di sua moglie recentemente scomparsa) ma questo non si può dire per l'intero film, purtroppo. A parte alcune scene, il film è praticamente senza suspense. Certe sequenze che avrebbero dovuto raggiungere un gran finale (forse un po' di violenza e sangue avrebbero potuto scuotere questa barca) semplicemente non lo fanno. Gran parte di questo film sembra aver preso un sedativo. La sceneggiatura avrebbe potuto anche essere lucidata. Il detective qui non lavora affatto. Ogni scena tra lui e Forsyth sembra fuori luogo per il film, vai avanti troppo a lungo e non aggiungere altro al film. Alla fine, la sua rilevanza emerge quindi immagino che non avrebbe potuto essere eliminato dal film. Il dialogo è a volte ridicolo, ma essendo un film italiano (in fondo), forse questo è un pro invece che un contro (mi vengono in mente i film di Dario Argento). E un'ultima cosa, chi sano di mente non è riuscito a individuare il finale "scioccante" almeno un'ora prima della fine del film. Recitazione da media a scarsa, ridotta dalle voci fuori campo doppiate. Il tema principale (di ogni omicidio che dà a Forsyth una visione più chiara di quello che è successo a sua madre l'ultima notte) è intelligente, così come gran parte del lavoro della telecamera (vedere il cadavere di sua moglie riflesso sul tavolino mentre parla con il detective; la vista sfocata del suo fantasma che viene lentamente a fuoco mentre sale le scale verso il suo letto). Ma per il resto non c'è molto da consigliare. Per un film dell'orrore, questo non ha praticamente alcuna suspense e le scene del delitto sono piuttosto deludenti. Ammetto che la bellezza di Dagmar Lassander e Femi Benussi sia stata una delle ragioni per cui sono rimasto fedele al film fino alla fine. Bava brilla con i suoi soliti momenti di eccellenza con la telecamera, ma non possono salvare un film altrimenti imperfetto. Diretto e fotografato da Mario Bava, lo stile è accentuato sulla sostanza. Le scene migliori coinvolgono Forsyth e Mildred, la sua bisbetica moglie interpretata da Laura Betti. Le sequenze nella stanza dei manichini mi hanno ricordato molto quella finale di "Spasmo" di Lenzi. Le sequenze con la mannaia invece quella iniziale di "Profondo rosso" di Argento.

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