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GLI ORRORI DEL CASTELLO DI NORIMBERGA regia di Mario Bava

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JOKER1926     6 / 10  12/05/2016 23:49:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Gli orrori del castello di Norimberga" porta la firma di una regia di genere, parliamo dell'indimenticato Mario Bava.

Fautore e pioniere dell'Horror italiano, Bava è stato fra i più famosi, è stato fra i primi esploratori ma non è stato il più grande ed importante ambasciatore del genere. La sua fama lo precede e lo illude.
Il ductus di Mario Bava, infatti, si forma alle basi di un apparato scenico gotico ed imponente; i giochi di coreografia e personaggi "antichi" ed enigmatici, sono i primi ed essenziali tasselli.
"Gli orrori del castello di Norimberga" cade , con una disarmante rapidità, in questa categoria stilistica. Lo spettatore che visiona il prodotto cinematografico del 1972 noterà, infatti, uno stile d'altri tempi. Le atmosfere sono barocche e fantasmagoriche. I personaggi, consequenzialmente, sono intrappolati in un gioco fiabesco.
In estrema sintesi, possiamo dire, con pochi dubbi, che "Gli orrori del castello di Norimberga" è un ritratto dell'Horror "story" ma con molteplici difetti imperdonabili, dovuti sicuramente alla concezione della regia, ma non solo.

Indagine critica

Confermato agevolmente ed abbondantemente l'onestissimo lavoro tecnico di Bava, l'analisi verte su altre tematiche.
E' grande l'insieme di sequenze con Elke Sommer che fra nebbia e paura scappa dal barone; si nota qui tutto lo stile di Bava in sintesi. Ma dobbiamo, almeno per un attimo, discostarci dalla gabbia dorata, bisogna andare oltre il sogno.
I grandi nei del film vivono nella sceneggiatura e nella storia, i disastri sono dietro l'angolo.
"Gli orrori del castello di Norimberga" parte da un plot non irresistibile ma non sbagliato; purtroppo è lo snocciolamento ad essere sterile e telefonato. Anzi la storia decade velocemente e Bava ripiega sull'artifizio della scena. I personaggi iniziano a vivere in un lago prosciugato. Non è un caso, infatti, che molti buoni attori scelti da Bava si ridicolizzano a causa di sceneggiature (e storie) bislacche.
Appurate dunque le debolezze di fondo della storia, il discorso si sposta ai piedi della sceneggiatura, il peggio deve ancora venire.
La sceneggiatura, in pratica, è un'altra noia, le situazioni son ripetitive e abbastanza banali.

Cosa resta de "Gli orrori del castello di Norimberga"?

Resta tanto e resta poco. Si nota uno stile ancestrale che sarà, a distanza di qualche tempo, perfezionato dal vero (e principe) maestro italiano del genere, Dario Argento.
Le scenografie dettano legge, le musiche invece sono inappropriate. Storia, logica e copione lontani dalla mera concretezza.

Bava è stato il suo tempo. Chi è stato, non è.