Filman 8 / 10 30/11/2021 14:17:06 » Rispondi Se è pur vero che solo conoscitori o cultori di Lucio Fulci sarebbero capaci di apprezzare a trecentosessanta gradi UN GATTO NEL CERVELLO, le sue scene horror decontestualizzate e senza una sceneggiatura vera a legarle rimangono perfette, bellissime ed originali in ogni caso. In tutto questo divertissement di metacinema ed omaggio all'horror, l'autocitazionismo è un freno alla parte narrativa, artistica e depotenzia le parti psicologico-surrealiste, ma è fondamentale all'autocritica e all'ammissione che l'autore fa relativamente ai feticismi e alle perversioni che lo hanno portato ad essere un maestro del genere. Un'ode al cinema non può non essere amata ed apprezzata.