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ALMANYA - LA MIA FAMIGLIA VA IN GERMANIA regia di Yasemin Samdereli

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  08/01/2012 19:24:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se fosse stato un romanzo la critica sarebbe andata in estasi (di solìto con la letteratura è magnanima) ma in questo caso mi aspetto le consuete perplessità che mettono in rilievo l'innato buonismo del film. Può darsi ma... non è detto che sia sempre un male. Dunque provate a immaginarvi il cinema di Tornatore amalgamato a ritmi e situazioni degne del Kusturika d'annata, un tocco di road movie à la Little Miss Sunshine, e avrete davanti ai vostri occhi tutto quello che il nostrano Baaria non è riuscito ad essere.
Sinceramente ho amato questo film dal primo all'ultimo fotogramma, accettando anche il facile ricorso alla retorica dell'epilogo finale. E' un film stupendo, di quelli a cui non si perdona la sua semplicità, l'ingenua inverosimiglianza dei bellissimi personaggi, il ricorso a troppi schemi prefissi e abusati. Magari uno di quei film che tutti apprezzano perchè capace come pochi di toccare le corde giuste anche attraverso semplici espedienti. Che banali non sono: l'Anatolia tracciata fuori dagli schemi geografici europei, il mondo dell'immigrazione turca in Germania, il Cristo crocefisso e spaventoso di una società occidentale comunque avversa al culto della morte o l'apparente conciliazione con la vita nel rito del Natale.
La morte è un atto di evanescenza. la vita si fa attendere (e la regista non sembra interessata a mostrarla).
Grande la capacità di dirci tutto questo con amore, facendoci sentire parte integrante di un disegno umano universale, e tanto lo sgomento sapendo che troppe persone non aderiscono a questa utopia planetaria... ce n'è abbastanza per farne il più bel film della stagione
E se ti porti a casa un pò di anima vuol dire che tutto questo ha funzionato