Egobrain 7 / 10 13/05/2012 00:15:13 » Rispondi William Golding in un intervista del 1983 rispondeva cosi riguardo un quesito sul tema del male come problema fondamentale del mondo:"Ce n'è tanto. In realtà penso di aver addirittura aspirato a risolvere il problema del Male,come tanta gente ha fatto e continua a fare.Ma ora so che non ci sono riuscito.Ho solo messo in rilievo che il nostro problema è quello:il Male. Temo che sia insolubile,come del resto quello del Bene.Siamo qui,in bilico tra queste due forze opposte,entrambe in realtà incomprensibili,insolubili in quanto problemi,a cui ci si può solo accostare in termini di sentimento o di esperienza".
La citazione sopra menzionata è un epitome efficace per afferrare il concetto che caratterizza l'opera più celebre di Golding,Il signore delle mosche. Lo scrittore inglese,nonchè premio nobel per la letteratura (1983) con Lord Of The Flies lanciava una potente invettiva all'ottimismo liberale del 20 secolo delineando ferocemente i difetti della natura umana. E' però di capitale importanza non soffermarsi eccessivamente nell'analisi dell'opera,nondimeno importante ai fini della comprensione.E'invece fondamentale capire quale rapporto intercorre tra l'opera goldingniana e la pellicola di Peter Brook.
La storia è quella del romanzo di Golding:Peter Brook non scade in sperimentazioni forzate.Il plot può sembrare piuttosto ordinario,un gruppo di naufraghi bambini si ritrova catapultato in un Eden oceanico.Cosi non è,Lord Of The Flies è un'opera a dir poco scioccante,la perdita della razionalità e dell'innocenza sono le conseguenze del secondo conflitto mondiale,ma la natura umana (a sentire lo stesso Golding) ci ha sicuramente messo del proprio.
La pellicola risale al 1963 e senza particolari sofisticismi (che all'epoca non erano nemmeno disponibili) Brook non si distacca dall'opera realizzando un film senza lode ne infamia,premunendo allo spettatore una onesta alternativa al romanzo.