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IL CADAVERE DEL MIO NEMICO regia di Henri Verneuil

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Invia una mail all'autore del commento anthonyf     8½ / 10  15/12/2011 19:57:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pregiato giallo-drammatico di produzione francese, diretto con sagacia e accuratezza da un regista semplicemente straordinario, il grande Henri Verneuil, interpretato da un'impeccabile e brillante Jean-Paul Belmondo, in un'interpretazione davvero sentita ed intensa, da un magistrale Bernard Blier e da una seducente e disinvolta Marie-France Pisier. Molto buoni i camei di Michel Beaune, di Bernard-Pierre Donnadieu e di Elizabeth Margoni (che ritroveremo nell'81 insieme allo stesso Belmondo nel bellissimo "Joss il professionista", poliziesco d'azione di Georges Lautner, sceneggiato da Michel Audiard). La trama del film è sicuramente il punto forte della pellicola in generale (oltre alla spettacolare regia di Verneuil, già citato ed ossequiato prima): premesso che non ho letto il romanzo di Felicien Marceau omonimo, perchè credo sia inedito in Italia, ho trovato la storia molto difficile da render in un film, poiché lunga e complessa; tuttavia, il risultato è stato anche qui di notevole livello, grazie soprattutto ad una recitazione di alta classe e ad un lato tecnico molto curato, con costumi ben riprodotti, scenografie ed interni sfarzosi e ben curati e fotografia e montaggio ottimi ed essenziali.
La storia narra, attraverso l'utilizzo di molti flashbacks, le vicende di un giovane francese, interpretato da Belmondo, di nome François Leclerq, che, dopo essere stato accusato ingiustamente di omicidio e dopo aver scontato una pena di 10 anni in prigione, deciderà di tornare a Cournai, città di provincia francese, capitale dell'industria tessile, risoluto e determinato nel cercare chi lo ha incastrato. Durante il ritorno, la nostalgia e i ricordi del passato torneranno alla sua mente e gli scheletri negli armadi e i fantasmi del passato torneranno a rivisitarlo. Stretto, infine, in una cerchia di nemici potenti, che bramano contro di lui e contro suo padre, candidato come sindaco del paese, attuerà una sua dura e personale vendetta, lasciando la località di provincia e lasciando il colpevole del suo incarceramento alla sua sorte di venditore di droga.
Epilogo finale da brivido, con un Belmondo su un treno, che insieme ad una ragazza simboleggiante la spontaneità e la nostalgia, conosciuta tempo prima a Cournai, partirà via, lanciando un giornale dal finestrino, che poi cadrà, stropicciato, per terra, al vento, come cadono sempre uomini che combattono per una causa giusta e che poi, soffocati da una società corrotta e da uomini altolocati che bramano contro di loro, vengono fatti a pezzi e sconfitti.
Colonna sonora di Francis Lai, straordinaria (buon sostituto di Morricone, che stranamente non curò anche le musiche di questa pellicola, dato il suo sodalizio piuttosto fruttuoso con Verneuil comprendente pellicole come "Il Serpente", "Gli Scassinatori", "Il Poliziotto della Brigata Criminale" e "I Cannoni di San Sebastian").
Sebbene un po' lento in alcune parti, merita davvero d'esser visto.
Giusto qualche piccolo eccesso per cui non strappo il nove come la ricostruzione della città (troppo schematica ed a tratti un po' irreale) e per il sindaco del paese, personaggio ridicolo, dalle passioni orribili.
Per il resto, gran lavoro di Verneuil, che anche questa volta, con una tipologia di film inconsueta, torna a sorprendere.