caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IN TIME regia di Andrew Niccol

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
oh dae-soo     7 / 10  25/02/2012 23:50:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per puro caso (stavo "girando" su youtube) 5 minuti prima di partire per andare a vedere In Time ho visto per la prima volta in vita mia la versione integrale di quell'imprescindibile pietra miliare del cinema che è Il Viaggio nella Luna di Melies. La semplicità di quelle quinte disegnate, di quei rudimentali (e meravigliosi) tentativi di creare degli effetti speciali, l'essenzialità della narrazione contrapposti a quello che di lì a poco sarei andato a vedere, ovvero un distopico sci-fi pieno zeppo di effetti visivi, sono una coincidenza che mi ha incuriosito. E' bello come nell'arco di 15 minuti sia potuto passare dal punto A al punto Z dell'evoluzione cinematografica, oltre 100 anni di storia saltati praticamente a piè pari.
Arrivato poi al cinema il cartellone del film mi crea una strana sensazione che soltanto durante il film riesco a capire. Justin Timberlake. Justin.
Ecco cos'è. Un film che parla del tempo, in cui quasi ogni azione compiuta avviene sul filo dei secondi ha un attore che si chiama Justin. Just-in time, appena in tempo, veramente curioso.
Eh sì, che la scena madre del film poi, probabilmente la più bella, proprio per un secondo non è just in time, quell'abbraccio in corsa tra madre e figlio si rivela abbraccio mortale e solo su questo si potrebbero scrivere parole su parole, su come la vita possa cambiare per una stupidaggine, per una coincidenza, per una cavolata, per un briciolo di tempo, per uno stupidissimo e ferale secondo.
Il tempo è la base di tutto questo blockbusterone travestito da film autoriale, un pò come il suo protagonista, un semplice ragazzo di ghetto che si traveste da ricco possidente di tempo. Sì perchè a 25 anni si finisce di invecchiare e sul braccio ti compaiono le cifre di un countdown, the final countdown per essere precisi, quello che ti separa dalla morte. Il tempo non si limita a scorrere, col tempo ci fai tutto, ci compri le cose, ci paghi gli affitti. E se sei povero quel tempo può finire davvero molto presto, si vive alla giornata come se ogni giorno fosse l'ultimo, cercando disperatamente di guadagnarne un pò di quel tempo, di allungare ancora di un altro giorno una vita appesa a un filo. Si corre nel ghetto, non si può sprecar nemmeno un secondo. Dall'altra parte della città invece tutto è lento e rilassato, ricchi signori campano da decine, alcuni centinaia di anni, perchè a loro il tempo basterà per sempre, e soltanto un incidente mortale potrebbe azzerare il loro orologio.
Parla di tante cose In Time, parla del carpe diem, della bellezza della fugacità della vita contrapposta alla decennale ignavia di chi conduce stancamente la propria esistenza perchè sa di essere quasi immortale , parla dei ricchi e dei poveri e di come i primi traggano linfa vitale dai secondi sfruttandoli e tenendone i fili come marionette, parla di un "governo" inumano, che assiste indifferente alla lotta della sopravvivenza dei propri simili senza intervenire quando potrebbe benissimo farlo, parla di un ragazzo povero che sogna la ricchezza, anche se ricchezza tutt'altro che futile in questo caso,anzi, quanto mai vitale, e di una ragazza ricca che al contrario cerca di fuggire dalla sua prigione d'oro, parla di come i due possano incontrarsi ed amarsi vivendo ogni loro attimo della loro esistenza con un'intensità pazzesca.
Novelli Robin Hood doneranno speranza, tempo e vita ai poveri, la rivoluzione potrà cominciare, le differenze livellarsi, lo status quo esplodere su se stesso.
E mentre penso tutte queste cose mi accorgo però che il cinema ha comunque bisogno di compromessi, ha bisogno di sfrenati inseguimenti in macchina, ha bisogno, novello 2012, di decine di salvataggi last second, ha bisogno di inserire una miriade di luoghi comuni in un'idea di sceneggiatura semplicemente fantastica. E poi mi ci mettono anche una serie di gnocche paurose dimenticando che non è detto che se tutte hanno 25 anni è matematico essere gnocche paurose,oppure incidenti stradali in cui due dentro una cabrio ribaltasi 4 volte rimangono nel sedile senza aver le cinture, o gli stessi due che pur avendo un milione di anni di tempo non prendono per sè nemmeno 3,4 giorni ma danno tutto in beneficienza e vogliono giocarsi il finale del film all'ultimo secondo.
Perchè lo spettatore vuole questo e senza donne, motori e colpi di scena adrenalinici si rischiava di avere un film completamente diverso.
Si rischiava di avere un capolavoro.
E questo non ce lo possiamo permettere.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  26/02/2012 20:19:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Oh, quanto tempo dal giorno in cui non ci facciamo una chiacchierata ....c'è voluto un menisco ed un possibile crociato, purtroppo, per rincontrarti, segno evidente che anche a non essere uno scaramantico questo periodo dell'anno non è proprio uno dei miei momenti più fortunati.Mi associo al commento di outsider, aggiungendo però che sei infinitamente troppo BUONO. Ok è un film di fantascienza ed è indubbio che tale genere preveda effetti da blockbuster(cosa per altro assolutamente assente in questa pellicola, basti vedere la scena dell'incidente in auto per capire che il suddetto impianto tecnico è andato a farsi benedire) ma anche un certo ...Gattaca lo era, eppure intriso nella sua poetica non sfociava mai nel tamarro. -Purtroppo è proprio questo che oggi vuole lo spettatore-...così credevo.... ma leggendo questo forum, ho dovuto ricredermi, perchè se la delusione per l'occasione gettata alle ortiche(e che occasione) è il fulcro di una percentuale altissima di chi ha commentato questo film, ho preso coscienza che la voglia di superficialità di molti è in realtà la scusa di pochi per fare film in cui l'aspetto commerciale(g.n.o.c.c.a compresa) riesca a riempire adeguatamente le loro tasche. Nelle frasi, nelle parole e nell'amarezza presenti in questa pagina, ho finalmente rivisto una speranza...la gente si sta stufando di uscire dal cinema con quella sensazione avvilente dettata da quella mancanza di completezza di cui la propria soddisfazione è stata vittima. Questo film, a mio avviso termina al minuto 22:40, l'empatia creatasi con i personaggi da quel momento in poi inizia a scemare. Ed è proprio come il tempo con cui i protagonisti devono lottare che la pellicola degenera; rapidamente e inesorabilmente. Purtroppo ,per natura, sono abituato a condannare aspramente le delusioni, e il sapore amaro lasciato da quest'opera mi indurrebbe a dare, se fosse possibile , -10, ma cosa cambierebbe? Il buon senso mi suggerisce-niente purtroppo-. Dunque si spera ancora, si spera che il cinema non stia morendo, che il cinema non stia ruotando su se stesso cercando, in preda alla carenza di idee, di stupire il pubblico con pellicole di cui non è, per ragioni, cronologiche, stato testimone. Oppure ricorrendo ad omaggi, tanto per far uscire qualcosa, tanto per fare botteghino. Sto andando fuori tema e non voglio certo annoiarti, sappi però che mi ha fatto piacere rileggerti. Ciao e alla prossima.
oh dae-soo  26/02/2012 21:52:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Pierluigi!
Ti voglio rispondere con calma, appena ho 10 minuti liberi torno qua, non fuggire. :)
outsider  26/02/2012 22:27:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
caro pierluigi, vedo che anche tu sei un valente spettatore, da quello che hai scritto, anche uno che3 ragiona e suggerisce riflessioni interessanti. mi hai infatti stimolato un pensiero, ahimè, condito da una certa amarezza. credo che tu abbia detto il giusto quando hai scritto "speriamo che il cinema non..." - secondo me sta succedendo proprio quello. son lontani i tempi in cui, in stile anni '70 come il buon leone o gli ispettori callaghan o igiustizieri della notte, si riuscivano a fare cose che prendevano. allo stesso tempo, gli anni '80, quando bastavano 9 settimane e mezzo e le canzoni di ******* a creare una eco spaventosa su qualcosa che, bella o meno, flashdance o grase, superman o rambo, pacchiana o meno, si poteva e doveva non dimenticare, con buona pace di grease che era fine anni'70, certo.
oggi che se possono inventà? "a city che se ribalta" in inceprion o "'n sacco" de sangue.
ma basta! rivogliamo le trame, l'ingenuità, il sogno.
un piacere leggere voi due.
a presto
oh dae-soo  26/02/2012 23:44:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche qua si potrebbe fare un discorso lungo ma sono esausto per la risposta a Pierluigi...

A presto.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  27/02/2012 14:58:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao e grazie per i tuoi apprezzamenti. Leggendoti mi è venuto in mente il personaggio protagonista dell'ultimo film di Allen, MIDNIGHT IN PARIS, non essendo a conoscenza di una tua visione o meno dell'opera suddetta , ti invito a guardarla. Troverai molte risposte, risposte che io, da non nostalgico, ma da pretensioso del presente e del futuro, approvo in pieno. E poi diciamocelo un Allen così ottimista quando ci ricapita più. Ciao e alla prossima.
oh dae-soo  26/02/2012 23:42:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora Pierluigi, ti dico come la penso.

- il concetto di blockbuster non ha confini precisi. Nel dare tale definizione non dobbiamo limitarci a constatare quanto fosse il budget o come siano venuti gli effetti speciali, no, l'accezione principale del blockbuster è da riferirsi perlopiù a chi è rivolto il tale prodotto. Quando ha tutte le caratteristiche per piacere alla massa, tralasciando per questo (come nel caso in questione) aspetti che ne avrebbero potuto fare in tutto e per tutto un film d'autore (ossia principalmente di contenuti) possiamo definire il film un blockbuster con tutti i crismi. Anche i nostri cinepanettoni sono dei blockbuster per intendersi. Questa non è una mia definizione ma, credo, la definizione "ufficiale" del termine.

- purtroppo, ma veramente purtroppo, devo dissentire anche nella seconda parte della tua ottima disamina. Constatare come quasi tutti su Filmscoop abbiano voglia di grande cinema, a discapito di motori, effetti speciali e gnocche ahimè non rappresenta l'abbattimento del luogo comune per cui le sopracitate gnocche, motori ed effetti speciali siano quello che la maggior parte delle persone ricercano. Come saprai ho una videoteca. In videoteca non è come ai cinema, ossia, io inserisco ("programmo" nel cinema) in distributore un blockbuster e un film d'autore. Entrambi hanno sulla carta la stessa possiiblità di esser visti (nel cinema no, cercare i piccoli e bei film è ormai impresa da speleologi). Che succede? Che il peggior film d'azione, che so, diciamo un Abduction farà 10 volte più noleggi del MIGLIORE film autoriale, vogliamo dire Melancholia ad esempio. Non è un luogo comune, il 90% della gente cerca certi film. Su un forum di cinema la percentuale diminuisce molto sia perchè un forum attira perlopiù veri appassionati del cinema (intenditori) sia perchè, e qui rischio il razzismo, nella maggior parte dei casi chi scrive bene di cinema è chi guarda buon cinema. Insomma, mi dispiace per te (per noi) ma davvero il blockbusterismo è nettamente il genere preferito dal popolo.

- il mio voto è sempre equilibrato (che non vuol dire giusto ovviamente), posso essere anch'io cocentemente deluso ma metto sempre sulla bilancia pregi e difetti cercando di non farmi trascinare in un verso o nell'altro (anche se quando un film mi piace molto parecchie volte mi sbraco in lodi sperticate.

- il cinema non è affatto morto, sono tra i pochi che non vede una minima crisi cinematografica. La crisi è nella distribuzione e nel pubblico ma i film grandiosi ne escono di continuo, grandi e piccoli.

Sperando di non aver dimenticato qualcosa, un grande saluto.
outsider  27/02/2012 11:43:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è vero oh-dae, il cinema non è affatto morto. le difficoltà di oggi a trovare produttori per cose valide vi erano anche e, forse più, negli anni '80 quando gli yuppies, le desicate e altre cose ancor + banali di oggi. il fatto è che oggi si è visto - detto tutto nell'ambito delle cavolate e la gente non si sorprende + davanti a battute divertenti come nei "grandi magazzini" o davanti ad effetti speciali stile anni'80, che oggi sembrano cartoni animati.
dopo aver superato iron man, transformers e x men, dopo aver avuto nausee di uomini ragno n°1239 e sfruttamenti in decadimento non controllato dei grandissimi alien, cercando di infilarci anche Bova, per un pò di soldi al botteghino, il cinema è arrivato al capolinea ed allora, naturalmente, anche nel fantastico devi trovare l'idea. ma l'idea il regista la deve/vuole sposare all'effetto speciale spacca schermo ed al luogo comune per riempire il cinema. e poi, perdonatemi, non si può nemmeno chiedere di accettare pizze colossali, non farò nomi di registi, ma è come quando ad un appassionato di musica esperto e che apprezza il suono come me gli proponi il brano improbabile a meodia zero di jazz, lntano dai colossi del jazz, ma apprezzato da quelli che vogliono darsi un tono e che, francamente, di musica non ne capiscono una mazza, ma apprezzano quelle cose che forse dovrebbero e se potessero e magari untini puntini suggerire allungando l'orecchio...che poi ad nascoltarle ti cascano le balle sotto i piedi, quando la musica è piena di artisti emergenti che sanno suonare cose melodiche, ottimi cantautori che non hanno fortuna e io dovrei apprezzare il brano che sembra quello in "la vacanza intelligente" che fa addormentare sordi e mogliera? ...ma andatevela a pija 'nter c....o! ecco, io credo che "in medio stat virtus", solo che questo medio oggi è difficile da costruire se vuoi far cassa e così, nel tentativo di contemperare capra e cavolo, ritroviamo che i film hanno sempre quei gap e le canzoni anche. che volete fà.
oh dae-soo  27/02/2012 12:43:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Out, ti dirò che non sono un amante degli anni 80, nè nel cinema nè nella musica. :)
Detto questo trovo molto pertinente l'affermazione per cui nel genere fantastico sia sempre più difficile attingere alla cisterna delle idee nuove e riuscire a farle rendere al massimo senza cadere nel giocattolone. Ovviamente negli anni indietro il fantascienza non poteva permettersi voli pindarici, quindi i registi erano obbligati a far leva su altre componenti come l'atmosfera, l'emozione, il contenuto, la prova degli attori, l'originalità.

Sono d'accordo su tutta la tua metafora cinema-musica ma non avendo un orecchio musicale educato mi limito ogni tanto a dire la mia solo in ambito cinematografico.
Anche nella musica però la richiesta della massa ha praticamente bloccato la distribuzione della buona musica ma questa, come il buon cinema, c'è sempre, eccome se c'è.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  27/02/2012 14:53:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La primavera è ormai giunta alle porte e i giorni che ci separano da lei hanno l’inequivocabile sapore di una piacevole attesa. Eppure, se proviamo a ripercorrere il tempo a ritroso realizzeremmo che il raggiungimento di questo momento non è stato così benevolo con le nostre sensazioni di transito temporale. L’inverno congela tutto e persino l’incedere del tempo sembra agonizzare sotto i colpi di questa gelida stagione. Ma è proprio in inverno, sepolti dai nostri indumenti, che si imparano ad apprezzare cose altrimenti invisibili. Ciò che impariamo ad apprezzare è relegato in quel tiepido raggio di luce, quella limpida fiamma che di tanto in tanto riesce a farsi strada tra le infinite nuvole che avvolgono il cielo. Quel raggio di luce ci riscalda, ci illumina,illude transitoriamente il transitare dell’inverno; La speranza. Ciò che ho letto qui su filmscoop, in particolare nella sezione dedicata a questa pellicola, In time, è stato per me proprio come quel raggio di luce tanto agognato, quanto illusorio ,di cui ti ho esposto precedentemente. La speranza seppur labile ed effimera è comunque un bene da coltivare e proteggere, sempre tenendo presente che la realtà oggettiva è di ben altra natura. Probabilmente hai il dono della veggenza o forse, più razionalmente ,è l’unico esempio che rendesse possibile il concetto di masse=cinema. Mi riferisco alla pellicola Melancholia, film assolutamente bellissimo( anche se a mio modo di vedere il capolavoro assoluto del maestro danese resta ineccepibilmente Dogville, pensa per un mese dopo la visione di quel film non ho voluto vedere altro, convinto com’ero che tutto ciò che avrei visto dopo avrebbe subito le conseguenze negative di un raffronto con lo stesso)e che avrebbe meritato maggior attenzione e fortuna. Era un sabato sera e al Multiplex di Prato c’era il mondo. Non trovammo neppure parcheggio! Non ricordo perfettamente quali fossero le altre pellicole presenti nelle altre sale, tanto noi eravamo consapevoli e sicuri di ciò che saremmo andati a vedere: Melancholia. Si, forse c’era il film di Boldi e una fila incredibile(mai vista). Entrati in sala ci rendemmo conto che non eravamo più di 20! Erano tutti accorsi a vedere Boldi, precludendosi ogni possibilità di imparare qualcosa e soprattutto di riflettere. Ma la cosa ancora più agghiacciante fu l’abbandono di molti, dei pochi presenti, quando resesi conto che il trailer gli aveva ingannati, mostrandogli forse(io i trailer non voglio vederli, rappresentano a mio avviso la morte del film) una possibile apocalisse in perfetto stile maia. Dunque credimi, ho ben chiaro cosa vuole vedere il pubblico, ma non ho, in tutta onestà ,ancora capito bene il perché. Illudersi e sperare di percepire ,anche solo attraverso commenti che vertono in direzioni univoche, non è un reato e forse ingenuamente, con l’animo di chi si ritiene un sognatore, sono ancora convinto che in un universo in cui tutto costantemente muta anche le persone possano farlo. Ineccepibile, direi accademica, la definizione che hai esposto in merito a cosa sia un blockbuster, rileggendo la mia frase mi sono reso conto di averla posta male,non mi riferivo al fatto che un film debba avere un budget elevato per essere catalogato in tale genere o effetti speciali, ma a criticare il fatto che sentendoti parlare di quest’ultimi io proprio nella pellicola non ho visto neppure quelli. In merito al tuo giudizio numerico non ero minimamente intenzionato a rivolgergli un appunto. Ci mancherebbe altro e anzi se ti ho dato questa impressione me ne scuso sentitamente. L’averti definito troppo buono non era certo riferito al voto numerico, cosa che in tutta onestà non mi interessa molto, ma dal tuo scritto, dalle tue parole , secondo me troppo belle e sentitamente emozionate per omaggiare una delusione così grande .Per me, si intende! Ed infine la fine del cinema. Pochi mesi fa ,dopo aver visto The Artist ,esclamai- se The Artist vince gli oscar, il cinema è proprio finito!-. Partendo dal presupposto che The Artist non è certamente un film deplorevole, vorrai spiegazioni in merito alla mia esclamazione, certamente forte e a dir poco catastrofista. Il motivo risiede nel fatto che prima di tutto questa è una mia personalissima opinione e in secondo luogo è dettata dal fatto che la mia percezione dell’opera non è da valutarsi esclusivamente entro i confini di un semplice omaggio al cinema che è stato. Infatti l’amore, interpretato dal regista come il mezzo di completamento e di fusione tra due entità ben distinte, le cui figure nella vita comune possono essere identificate in un uomo e in una donna, può essere letto in questo film come la metafora del cinema. Ovvero il sodalizio di ciò che è stato, la componente espressivo-emozionale, qui in veste di attore di cinema muto, e l’impianto tecnico, gli effetti speciali,mascherati da novella star del sonoro. Il cinema è il costrutto di questi due elementi che alla stregua di una coppia di innamorati hanno bisogno l’uno dell’altra per emozionare. Ma come sappiamo l’amore non è mai una ricetta semplice e amalgamarne gli ingredienti è molto faticoso soprattutto perché questo sentimento non può sopravvivere all’interno del proprio guscio,ma ha bisogno anche del mondo esterno. E non sempre tutti sono concordi affinchè tale sodalizio sia proficuo. Allora perché sono stato così critico e catastrofista? Perché se il cinema è il frutto di sodalizi che hanno richiesto tempo,cultura e denaro e non potrebbe essere così come lo conosciamo oggi se la componente recitativa e quella implementata dalla tecnologia non avessero trovato un romantico accordo per coesistere, allora questa pellicola è vera solo a metà! Perché, alla luce di tali considerazioni,fare un film alle soglie del 2012 muto che non implementi anche l’altra metà del suo essere? In tutta onestà, complice senza dubbio la mia chiave di lettura, ho trovato The Artist assolutamente incoerente verso se stesso, compiaciuto forse dal fatto di riproporre nell’era del digitale e dell’ipertecnologico qualcosa che stupisse più per la sorpresa e la curiosità che poteva suscitare, che l’essere fuori dai canoni. Lo vidi, e purtroppo il tempo mi ha dato ragione, come un opera ruffiana per accaparrarsi i favori di una giuria vecchia e stanca(probabilmente anche corrotta) come quella composta dai membri della Academy of Motion Picture Arts and Sciences, per poi successivamente, proprio sulla scia dell’ambita statuetta conquistata, trarre profitto dall’home video. E qui poi mi dirai tu! Per me The Artist rappresenta il trionfo dell’incoerenza. E l’incoerenza non è un termine molto gradito nel mio vocabolario!Insomma, se da un lato è vero che le grandi case non investono nella distribuzione di film considerati minori e di conseguenza più esposti alla possibilità di non beneficiare di guadagni economici( cito velocemente come esempio l’ottimo Un uomo qualunque, è il primo che mi è venuto alla mente ma potrei aggiungerne molti altri)dall’altra, l’effettiva carenza di idee, che puntualmente è possibile riscontrare in remake più o meno o noti e addirittura più o meno recenti( il vergognoso Millennium)di cui il mercato cinematografico settimanalmente ci fornisce. Concludo questo discorso, sul baratro verso cui il cinema si sta pericolosamente avvicinando, con questo pensiero: Se Gattaca, con la sua poetica, ci aveva aperto “una porta su di un iniverso” di emozioni, questo In time fa appena” in tempo” a regalarcene qualcuna, prima di collassare inesorabilmente e irreparabilmente su se stesso.


Ps
Cavoli si vede che sono infortunato, mi son lasciato veramente prendere la mano. Ti chiederei di perdonarmi per la mia scarsa loquacità, ma il tuo animo gentile ed educato so che l’ha già fatto. Scherzi a parte spero vivamente di non averti annoiato, questa volta, sul serio. Un grande saluto anche a te.

oh dae-soo  27/02/2012 15:13:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pierluigi, commento meraviglioso e in larghissima parte condivisibile.

Avrei bisogno davvero di tempo per rispondere una ad una alla miriade di tematiche che hai sollevato.

Non so se ne valga la pena, questo più che un commento che vuole essere discusso è un proprio Manifesto su cosa significhi per te il Cinema (e non solo), andarlo ad analizzare lo sminuirebbe.

Mi limito a 3 osservazioni banali riguardo i film da te citati, senza andare in profondità su tutte le altre splendide cose che hai scritto.

- Gattaca: non l'ho visto ma capisco benissimo perchè tu l'abbia tirato fuori (regista a parte). E' un pò quello che dicevo ad Outsider riguardo la fantascienza di oggi rispetto a quella che l'ha preceduta.

- The Artist: non l'ho visto ma credo che, pur capendo le tue intelligenti perplessità, potrei senz'altro innamorarmene.

_ Millenium (di Fincher): non l'ho visto (e 3...) ma a differenza tua pur avendo sempre riserve su remake, carenza di idee and co, posso comunque restare affascinato da un film ben fatto. Insomma, il pregiudizio ideologico (in questo caso gli americano che copiano ancora) per me non è mai dirimente, soltanto una delle tante cose che metto sul piatto.

Per strada so apprezzare una copia di un dipinto fatta da un pittore. Non sarà un genio, non avrà sensibilità, non ha ispirazione, ma sa disegnare.
E Fincher, sa dirigere, e qualora lo pensi, dovrei rendergliene merito.

Ciao!
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  27/02/2012 16:21:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusandomi veramente tanto per lo svarione The Artist, ero stra-sicuro che tu l'avessi visto altrimenti non mi sarei preso la briga di rovinartene il senso, chiedo venia,rispondendo solo in merito al caso Millennium. L'indecenza e il disgusto con cui ho riallacciato l'opera diretta da Fincher, che proprio in virtù del fatto che sa dirigere mi induce a pensare che non avesse una sceneggiatura migliore fra le mani, al tracollo del cinema è alimentata dal fatto che io che avevo visto anche l'originale e conseguentemente ho dovuto pormi il seguente quesito:ma a tre anni di distanza era proprio necessario abusare di un' idea che sulla celluloide aveva già trovato il suo spazio? L'artista di strada, non cerca di arricchirsi, non attrae le masse, dipinge emulando le opere che l'hanno ispirato ed emozionato, per passione e non per scopo di lucro. La morte del cinema, delle sue idee e dei sogni in esso relegati è la conseguenza di un business che ormai si cura solo ed esclusivamente di quanti introiti entreranno da una massiccia presenza di popolo al botteghino. Gli autentici valori sullo stesso piatto dai valori materiali.....cosa c'è di peggiore se non la fine?
outsider  26/02/2012 14:49:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu hai un pregio e te lo dico dico con il cuore, il pregio che sai scrivere comment che sono dei capolavori quando il film ti è piaciuto. Mi è piaciuto davvero questo tuo che sembra un articolo di un Ciak ( giornale del veterano outsider...ndr) e pertanto andrò anche questa volta a vedere il film per tuo merito. Gran commento davvero, molto sensato e con il valore di far sentire al lettore "l'odore" del film prima ancora di averlo visto. Sensato, perchè la descrizione del fantastico dovrebbe essere quella di cui parli, condivido in plenum. Hai il pregio di scrivere commenti lunghi che conquistano il lettore, pregio che è proprio di pochi, di quelli che guardano non un film, ma tutti gli aspetti del cinema e delle sensazioni e consapevolezze che dovrebbe trasmettere, oltre, naturalmente, al significato voluto dal regista.
bravo.

oh dae-soo  26/02/2012 16:57:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi nascondo su un angolino, troppi complimenti, mi vergogno...

Aspetto il tuo commento al film allora.

Ciao!