Terry Malloy 8 / 10 24/04/2017 16:58:05 » Rispondi Eccedo un po' con il voto per premiare un noir sconosciuto, ma rilevante e bellissimo come questo. Come è noto, il cinema nel '41 stava cambiando per sempre o forse era già cambiato. Per dirla con Nino Frank, l'avventura criminale, il thriller psicologico (che i critici francesi avrebbe raggruppato sotto l'etichetta teorica "noir") si imposero (anche grazie al film di Welles) come la novità assoluta del cinema americano. A prescindere dal dibattito critico in merito, film come "I wake up screaming" sono enciclopedici di cosa si intenda ancora oggi come "film criminali o noir". Ciò che importa non è l'intreccio, ma i moventi psicologici del crimine che avvia la vicenda e delle serie di azioni che ne scaturiscono. Ogni personaggio in questo film si muove per ragioni sostanzialmente egoistiche, e ognuno è di fatto, se non giuridicamente, almeno moralmente responsabile della tragica fine di una giovane donna piena di speranze. La fabbrica dei sogni mostrava per la prima volta il lato oscuro di se stessa (la ragazza che si avvia a una promettente carriera, ma che la notorietà porta al suo esatto opposto) e della vita in sé: "Time is nothing in my life, but it is in yours", dice il poliziotto Cornells, interpretato da un monumentale Laird Cregar. Per quanto questi film siano ovviamente datati, la struttura del plot, la fotografia e alcuni dialoghi memorabili (indimenticabile quello sull'entomologo Fabre, sempre interpretato da Cregar) rendono questa specie di cinema la base di tutto il futuro macro-genere del crime movie, ovvero il futuro del cinema mainstream stesso e della lunga serialità televisiva.