agentediviaggi 9 / 10 14/08/2007 09:51:27 » Rispondi Del regista più psicanalitico della storia del cinema il film più introspettivo della storia del cinema, ricco di sperimentazioni visive e sonore, con un prologo giustamente rimasto nella memoria, con quel flusso di immagini oniriche che attraversano l'inconscio (...). Le interpretazioni della Anderson e della Ulmann manco a dirlo sono superlative, come superlativo è il titolo del film che ci introduce al discorso delle maschere, a quello che siamo costretti ad essere piuttosto che a quello che siamo, un tema insieme a quello dell'ipocrisia e della crisi dei sentimenti nella borghesia che ripercorre tutto il cinema di Bergman e del teatro nordico. Rimarrò comunque sempre più legato ad altri film del grande regista svedese, pur riconoscendo che qui ha superato se stesso.