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PERSONA regia di Ingmar Bergman

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amterme63     10 / 10  24/12/2010 17:10:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Persona" è il più bel film "noioso" che abbia mai visto, uno dei "mattoni" più sublimi che siano mai stati girati. Bergman riesce sempre a sorprendermi. Tutte le volte crea con gli stessi temi qualcosa di completamente nuovo e affascinante. La riflessione sull'esistenza, sul senso della vita, su come viene gestita e amministrata, la natura dei rapporti interpersonali, assumono anche stavolta un aspetto intrigante, potente. Penetrano nell'animo lasciando un'impronta indelebile. E' un film che non si scorda.
Il nuovo mezzo stilistico che Bergman utilizza stavolta è quello dell'astrazione. E' un mezzo molto difficile da usare ma molto potente. Permette infatti di "impacchettare" migliaia di significati, sfumature, implicazioni, emozioni e sentimenti in una serie di immagini "depurate" da qualsiasi implicazione contingente o di logica spicciola. Il difetto è l'indeterminatezza (le conclusioni pratiche sono lasciate alla sensibilità individuale dello spettatore), il pregio è l'universalità (essere slegati dal contingente e dallo storico permette di comunicare ugualmente a tutti gli uomini e in tutte le epoche).
L'astrazione è raggiunta tramite la sottrazione e la focalizzazione, nonché con l'uso dell'implicazione simbolica dell'immagine. La prima variante è stata portata alla perfezione da Dreyer, la seconda da Bunuel. "Persona" è infatti il film di Bergman che più si avvicina al cinema di Dreyer e di Bunuel.
Il film ci regala davvero delle sequenze di un particolare fascino e suggestione. C'è come una specie di sospensione emotiva che tiene sempre sulle spine lo spettatore e carica di significato e emotività ogni centimetro dello schermo. I primi piani, le carrellate, gli stacchi, i paesaggi, le inquadrature insistite di un personaggio a cogliere tutte le sfumature e le reazioni emotive mentre l'altro parla, sono tutti gioielli filmici di prima qualità. Addirittura l'esperimento della ripetizione della stessa scena, vista da due punti di vista diversi, riesce a sorprendere, a coinvolgere emotivamente lo spettatore, nonostante il rifiuto estetico dell'iterazione nell'immagine cinematografica.
Più Bergman approfondisce la ricerca e più si allontana la certezza e la risposta. Si prospetta un nuovo silenzio dopo quello di Dio, cioè quello dell'animo umano. Perché la signora Vogler ha deciso di abbandonare il palcoscenico della vita attiva e vissuta? Quali esperienze l'hanno determinata? Non si sa, non si saprà. La "ragione" di fronte a questo mistero s'interroga, si pone fiduciosa sullo stesso piano, cerca di forzare il blocco ma finisce per essere distrutta dal suo stesso gioco e mostrare tutti i suoi limiti e le sue debolezze. Questo tipo di approccio è simboleggiato da Alma, attiva, ottimista, fiduciosa. Il suo smarrimento finale è un coraggioso attestato di sconfitta e di presa d'atto di una situazione senza via di uscita. Significativa è la parola con cui si conclude il film: "nulla".
Quest'opera affronta poi tantissimi altri temi: la natura dell'amore, la sua imperfezione, la crudeltà dell'arte che si ciba dei dolori dell'umanità e ne fa spettacolo e piacere estetico.
"Persona" è il culmine del cinema esistenzialista e allo stesso tempo fa intuire i segni della sua futura decadenza. Il discorso esistenzialista a questo punto è in un vicolo cieco. Ha appurato che conoscere, approndire, sviscerare non porta a risolvere, a migliorare, a cambiare. A questo punto conoscere intellettualmente ed esteticamente non può che diventare un esercizio fine a se stesso. "Persona" è fresco, compatto (dura appena 80 minuti). I film in questo stile che seguiranno saranno più lunghi, più insistiti, gireranno sempre più a vuoto sugli stessi argomenti. Non rimarrà altro di nuovo che contemplare il dolore e rifugiarsi nella nostalgia. L'astrazione si occuperà in futuro di certificare l'inutilità assoluta della conoscenza e il trionfo del vuoto e della morte.
Per quelli che sentono questi temi come brucianti ed essenziali, "Persona" è IL capolavoro, per gli altri è assolutamente e legittimamente un film pesante, noioso, lento, insensato.
Io sono rimasto folgorato. Insieme a "Sussurri e Grida" e "Il settimo sigillo" sono delle esperienze che mi porterò sempre dietro fino al mio abbandono di questo palcoscenico.