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J. EDGAR regia di Clint Eastwood

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     7½ / 10  21/01/2012 12:59:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Non accetterei ad altre condizioni."

E come rifiutare la visione del nuovo film di Clint Eastwood dove troviamo una delle più belle ricostruzioni storiche che siano mai esistite, dove gli ambienti, le scenografie, le singole inquadrature, gli oggetti scenici, i costumi, la moralità, i comportamenti e la polizia sono riportati in modo puntiglioso tanto che il film non annoia per niente visto che lo spettatore viene catapultato ed estratto violentemente tra passato e presente (che rimane comunque un passato recente).

Con un ritmo sostenuto, grazie alla capacità di Eastwood di alternare scene violente con scene drammatiche in giro di pochi istanti, un trucchetto che porta lo spettatore ad essere coinvolto pienamente sul piano emotivo, Eastwood racconta tramite la vita narrata di J. Edgar, il Cesare dell'FBI, interpretato da un Leonardo Di Caprio che si aggira nelle scene tra giovinezza e vecchiaia.

Un aspetto notevole del film e "innovativo" è proprio il fatto di utilizzare maschere per imbrogliare l'eta dei personaggi principali. Grande scelta artistica che tiene il pubblico ancorato ai personaggi, cosa che solitamente non avviene, o almeno, si perde quel legame che si è formato precedentemente, quando nei film generalmente la fisionomia del protagonista cambia in modo falso chiamando in causa attori simili.
Oltre a Di Caprio anche il resto del cast è eccellente e ogni personaggio ha il proprio ruolo, un ruolo che non può passare in secondo piano perché spalle destre della messa in scena del film.

Il film preme su diverse citazioni cinematografiche come NEMICO PUBBLICO nell'era dell'esaltazione dei gangster marcata dal ruolo che giocava il cinema sull'immaginario collettivo e come il seguente PICCOLO CESARE, per spostarsi in film come DEAD MAN WALKING durante la presa di posizionerei del popolo statunitense nell'esaltare la pena di morte citandola come scelta vendicativa che appaga (falsamente) o nella scena, a mio parere, più bella dove Edgar e Tolson litigano pesantemente e risolvono tutto con un bacio, l'amore che scende in contrasto con la guerra, l'istinto tristemente represso della moralità generale come in BROKEBACK MOUNTAIN. Infine riferimento chiaro a PSYCO per tutta la durata del film in particolare nella scena in cui dopo l'avvenuta morte della madre di Edgar esso si mette i suoi vestiti, la sua collana davanti allo specchio e con un gesto deciso, tra il tormento e la disperazione, spezza in maniera liberatoria la collana della madre.

J. EDGAR è un film diverso, che si stacca dagli ultimi lavori del regista dove, sì lo stile si fa sentire, ma egli soprattutto, inserisce un nuovo modo di raccontare, una narrazione attenta e ben studiata. Eastwood approfondisce quello che era la politica statunitense dagli inizi del ventesimo secolo fino a Nixon, una carrellata tra politica, carriera, moralità, relazioni, indagini che si alternano nel ricordo tra flashback sul passato e presente, la storia stessa che prende vita dalle parole di Edgar.
Lo start è nel 1919, dove troviamo un Di Caprio giovanissimo alle prese con i comunisti radicali, passando per i gangster esaltati dalla popolazione conseguenza della Grande Depressione, la nascita del bourau e dell'attuale FBI, riportando le diverse facce del'"America", presidenti passati e contemporanei alla bozza del libro, tirando in ballo l'uccisione di Kennedy, il discorso I HAVE A DREAM di Martin Luther King fino alla morte di Edgar, dove Nixon era in carica come presidente.

Un omaggio da parte di Eastwood al suo Paese, a quella che è e che è stata l'"America" del primo '900, un pensiero di un uomo che ci ha vissuto, che ha potuto vedere i cambiamenti, un uomo che ha votato, un uomo che ha subito, sofferto, un uomo come Edgar.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  01/03/2012 01:32:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perdonami ma sono rimasto particolarmente basito sulla frase riportata alla fine del tuo commento. Cioè questo film sarebbe un omaggio che Clint ha fatto all'america di J. Edgar? Omaggio.....!!!!!
Invia una mail all'autore del commento Elly=)  02/03/2012 01:05:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si..omaggio..è un "regalo" (che brutto termine-.-) formale che Eastwood fa al proprio Paese. Certo non è tutto rose e fiori, ma sono entusiasta di ciò: se bisogna raccontare una storia è giusto raccontarla per quello che è veramente, con i lati positivi e con quelli negativi.

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Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  03/03/2012 01:55:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A mio avviso è uno dei peggior film di Clint, freddo e senza cuore come forse lo era solo con la sua cicca ed il suo cappello da Cowboy. Sono un amante di questo vecchietto d'america, che con l'america(l'america delle istituzioni) è risaputo ,non avere propriamente un rapporto idilliaco, e carico di aspettative mi recai al cinema proprio il giorno di uscita dell'opera, restando, ahimè, veramente molto deluso. Detto ciò vorrei ritornare sulla tematica dell'omaggio secondo il quale, il grande Clint, avrebbe "festeggiato" il proprio paese. Premettendo che rispetto( e ci mancherebbe altro) la tua opinione, non condivido in toto l'affermazione secondo la quale, questa pellicola è un omaggio U.S.A. Regaleresti mai a qualcuno qualcosa che è rotto? Si perchè ciò che, a mio modo di vedere, traspare dal questo personaggio, mito americano, è veramente grottesco, un bel giocattolo, purtroppo irreparabilmente rotto. J. Edgar è un uomo che del potere si è circondato, fuori e dentro la vita privata. L'accentratore nel mondo istituzionale, la marionetta schiava dei fili sapientemente manovrati dal potere della madre, nella vita domestica. Ciò che ne emerge è un crescendo di problemi esistenziali che fanno di questo grande uomo, un piccolissimo individuo assolutamente malato. Schiavo del pregiudizio, etico e razziale, prigioniero dell'ossessione di cospiratori fittizi, rei di ledere un paese, verso il quale ha l'illusoria sensazione di provare amore, ma che lo vede, nella realtà delle cose, egli stesso primo imputato di cospirazione. L'omicidio di kennedy ne è una prova, infatti la telefonata rivelatrice arriva non a caso quando il vile Edgar è impegnato ad ascoltare le vite degli altri, l'intimità dei potenti da utilizzare per i propri tornaconti, quando avrebbe potuto e dovuto proteggere realmente il proprio paese. L'abuso di potere, l'accentramento dello stesso, la menzogna ,la repressione e la castrazione sociale imposta da una madre che ha ucciso nella psiche il proprio figlio, è il perfetto esame autoptico che clint fa di quest'uomo, un uomo che ha regnato per 50 lunghissimi anni al potere assoluto,cambiando la faccia dell'america e conseguentemente la facciata di tutto il mondo. Insomma clint ammette che la più potente istituzione americana e del globo intero , identificabile con l'acronimo F.B.I., è il lascito di un individuo pericolosamente distorto cerebralmente, un uomo apparentemente forte, ma indubbiamente debole. Forse è questa la facciata che clint voleva uscisse del suo conclamato paese, quella del sottile gioco delle apparenze, apparenze dietro al quale si aggirano le ombre del suo passato.
Invia una mail all'autore del commento Elly=)  05/03/2012 00:51:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ah ok..capisco il tuo punto di vista, ma mi sa che abbiamo due idee completamente diverse! xD
vedi secondo me invece Edgar ha solo cercato di fare il bene per il proprio Paese e uno degli es migliori secondo me è proprio il caso del rapimento el bambino.
Il fatto che lui abbia avuto dei disturbi mentali (?) non significa che non era una persona competente. Riconosco che aveva un rapporto ambiguo con la madre per quello ho citato PSYCO ma questo non porta ad un abbassamento di livello governativo..secondo me è un po come i cantanti che hanno una voce unica ma che si rovinano con alcool, droga: nella vita privata mandano tutto a *******, sono deboli, ma quando si tratta del loro lavoro sono i best..e così mi è sembrato pure Edgar..poi magari mi sbaglio e hai ragione te! =)
però il bello dei film è che ognuno alla fine cerca di dare un'interpretazione tutta sua, anche in modo inconscio a volte xD