caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THE IRON LADY regia di Phyllida Lloyd

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento Elly=)     6½ / 10  10/02/2012 20:49:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Li tengono liberi o li rinchiudono i matti?"
Damanda il marito della Thatcher: un marito divertente, pazzerello che compare ogni volta con un vestito diverso, un vestito molte volte estraneo all'ambiente in cui il personaggio è inserito, un marito però immaginario, che vede solo lei. Una battuta che suona molto ironica visto che viene detta dalla figura stessa illusoria proiettata dalla mente della (quasi) matta, una battuta che sottolinea il fatto che la protagonista è consapevole che il marito non c'è più ma non ha ancora accettato la sua morte.

Con i ricordi che trovano spazio nei flashback si conosce via via il passato della donna: chi era, la sua carriera, come è morto il marito. Ma il montaggio non è l'unica tecnica cinematografica ottima, abbiamo una fotografia reale tendente al color pastello, le diverse scenografie e oggetti di scena messi davanti allo sfondo di una ricostruzione storica che percorre diversi decenni, la colonna sonora con inserimento di musica classica e lirica che trova la sua massima espressione nel flashback dove la Thatcher abbandona la carica di primo ministro, e con l'uso del rallentamento delle immagini la vediamo scendere la scalinata, tra le lacrime dei suoi fedeli collaboratori, a testa alta, percorrendo un sentiero cosparso di petali di rosa rossa.
Dalle diverse immagini della messinscena e pezzi da documentario possiamo vedere il suo cammino, quanto a dovuto lottare per essere accettata, una donna forte che ha sempre combattuto oltre che per lei anche per il suo Paese, cercando sempre di far vivere i propri cittadini in un mondo migliore, e come quanto sia difficile trovare la giusta strada per avere questo mondo migliore, e sembra che tra le voci dei conservatori e dei repubblicani che si sovrappongono l'una all'altra in un frastuono totale tra le mura del parlamento inglese, riecheggi la voce machiavelliana "Il fine giustifica i mezzi".

Marylin Streep è semplicemente magnifica, uno dei migliori ruoli che abbia mai fatto: gesti, espressioni minime, movimenti, pause e balbettii rari danno una caratterizzazione reale, vera del personaggio e con qualche nota melodica in secondo piano sottolinea la vecchiaia, il diventare e l'essere vecchi, i ricordi del passato che riaffiorano, le cose che si sono perse nel tempo, quelle per cui si ha lottato nel passato, la malattie incombenti, la malinconia nell'aria, la solitudine e la tristezza dell'animo, l'accettazione che le cose cambiano, se ne vanno e non torneranno più, il "tutto scorre" della vita. Un'accettazione che fortunatamente avviene nel caso della protagonista alla fine del film dopo un viaggio intrapreso nei ricordi suscitati da foto, oggetti, video, episodi, frasi che le hanno portato la consapevolezza dei fatti in un'accettazione sofferta. A piedi nudi con una valigia in mano (simbolo allegorico dei ricordi e del viaggio), nel buio del corridoio illuminato con una luce dura proveniente da una finestra, suo marito se ne va, le allucinazioni svaniscono e ora è pronta a continuare a vivere perché lei è ed è sempre stata una donna forte, una iron lady!

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER