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LA CROCE DI FERRO regia di Sam Peckinpah

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Boromir     7½ / 10  09/02/2024 12:43:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Coraggioso e controverso. La croce di ferro mette in scena la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista degli sconfitti per antonomasia, i tedeschi. Il regista Sam Peckinpah passa dal western alla rievocazione bellica, decostruendone la retorica come solo lui era in grado: i protagonisti (reietti tanto quanto il Mucchio Selvaggio), pur affiliati all'ideologia nazista, in realtà si aggrappano alle armi per inseguire una vacua e metallica gloria individualista o per basilare istinto di sopravvivenza; più che invasati antisemiti sterminatori, i nazisti di Peckinpah sono semplici uomini rassegnati, gettati in un calderone di fuoco, fango e armi sempre più devastanti, che riflettono laconicamente e con punte di ironia nerissima su quanto abbia avuto senso seguire quel sogno chiamato Terzo Reich.
Nonostante alcune prolissità (la parentesi all'ospedale da campo, non priva di immagini pregnanti come il "saluto nazista" coi moncherini), Peckinpah non perde smalto nella trasfigurazione visiva della Morte, in un'estasi oscena di rallenty e fiumane di sangue che regalano memorabili duelli con i tank sovietici o stagnanti sparatorie di trincea da cui si eleva tangibile l'olezzo della putrefazione. Ottimo cast, con il duello dialettico tra il disilluso Coburn e il borioso Schell a porre enfasi sull'altro conflitto fondamentale del film: quello tra i singoli e le gerarchie.