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IL CUOCO, IL LADRO, SUA MOGLIE E L'AMANTE regia di Peter Greenaway

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Invia una mail all'autore del commento goat     10 / 10  15/01/2007 12:20:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non leggete commenti e recensioni ma guardatelo e basta, perchè a film del genere le parole non renderanno mai giustizia.
le lunghe carrellate dal parcheggio al tavolo del ristorante, passando per la cucina, danno l'idea del passaggio dall'inferno al purgatorio a un altro inferno, perchè il film di greenaway non ammette paradiso, non ammette redenzione, non ammette sentimenti positivi. è solo una messa in scena di meschinità e grettezza, magistralmnte rappresentata dall'eccellente michael gambon, con sì qualche breve simbolismo purificante (l'uomo pulito dalle feci di cane), il cui scopo sembra unicamente sottolineare con ancore maggior vigore e per contrasto, tutto quello che è marcio e avariato... nelle vivande e nell'esistenza.
fotografia splendida, ogni ambiente è contrassegnato da una luce e un colore e diverso e anche gli abiti di georgina (una malinconica e triste helen mirren) cambiano di colore nel passaggio da un locale ad un altro.
si potrebbe interpretare la tavola come l'inferno, il regno di gambon, distinta da volgarità e un rosso opaco che la domina nei tendaggi e gli arredamenti; e la toilette delle signore come il paradiso, bianca e immacolata, dove georgina consuma la sua evasione e il suo atto d'amore per la prima volta.
comunque le interpretazioni lasciano il tempo che trovano, perchè menti geniali come quella di greenaway devono solo rimanere chiuse nel loro ermetismo, per consentire a chiunque di elaborare e vivere le proprie emozioni quando si trova a contatto con tali capolavori.