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SERPICO regia di Sidney Lumet

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Spotify     8 / 10  06/02/2017 04:25:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
---PRESENTI SPOILER---

Bel film su un fatto realmente accaduto in America tra la fine degli anni 50 e l'inizio degli anni 70.
"Serpico" è una delle pellicole cardine con Al Pacino, un lungometraggio dove l'attore new yorkése sfodera una delle prestazioni migliori della sua carriera. Se l'anno prima Pacino si era guadagnato una certa popolarità con l'interpretazione di Michael Corleone in "The Godfather", in quest'opera raggiunge la definitiva consacrazione, in quanto ha tutta la scena per se. Nel film di Coppola invece, si ritrovava insieme ad un mostro sacro del cinema, Marlon Brando, e ad un altro ottimo attore come James Caan. La concorrenza dunque, era piuttosto agguerrita. Qui finalmente, abbiamo l'onere di vedere il caro Al all'opera senza nessun grosso attore di rilievo al suo fianco, e dunque possiamo ammirarlo nelle vesti di Frank Serpico.
La vicenda ruota appunto attorno a questo giovane poliziotto, Serpico, appena entrato nel distretto di polizia di New York. Il ragazzo è entusiasta e non vede l'ora di dimostrare di essere un tutore dell'ordine coraggioso e pronto a battersi per la causa. Presto però, Frank si accorge che nel dipartimento dove lui si trova, il quale dovrebbe essere uno dei posti dove la moralità e l'onesta dovrebbero venire prima di tutto, vige una spaventosa corruzione tra i poliziotti. Serpico, dotato di un forte senso di devozione e amore per il proprio lavoro, decide di farsi trasferire in un altro dipartimento. La situazione però si rivela la stessa, se non addirittura peggiore. L'agente italo-americano allora, richiede trasferimenti su trasferimenti, ma quello che trova e scopre nei vari distretti dove viene mandato, è quanto di più marcio e dissoluto che ci possa mai essere. A questo punto il protagonista, esasperato da tutto questo, prende una clamorosa iniziativa e comincia a condurre una "campagna segreta" contro tutti i poliziotti corrotti di New York.
Sidney Lumet fa un una pellicola molto coraggiosa, difatti non era cosa semplice far sapere a gran parte del mondo che anche le forze dell'ordine, coloro che dovrebbero proteggerci e garantire la nostra sicurezza, possono essere come i criminali che loro stessi combattono se non peggio.
La marcia in più al film, la da sicuramente Al Pacino. A 33 anni l'attore dimostra di essere una realtà concreta con una strada spianata verso il successo. Secondo me la recitazione di Al in "Serpico" è veramente strepitosa, di un intensità pazzesca. Tra l'altro, la pellicola ogni tanto vive qualche momento un po' più lento, ma Pacino riesce sempre a non far calare l'attenzione, rappresentando al meglio certe scene che narrativamente significano poco. E' incredibile come l'interprete si cimenti impeccabilmente in un ruolo non inventato ma bensì tratto dalla realtà, e nonostante questo, Al riesce a fare di "Frank Serpico", un soggetto completamente suo.
Sembra davvero assurdo che ciò che passa il povero poliziotto all'interno del film, sia successo veramente. Gli sguardi di Al sono magnetici e penetranti mentre l'esplicazione dei dialoghi è magistrale.
Secondo me, le condizioni per vincere l'oscar c'erano tutte, peccato davvero che l'ambita statuetta non sia arrivata.
Segnalo il solito, fantastico, doppiaggio del mai troppo compianto Ferruccio Amendola.
La regia di Lumet e precisa e solida, non molto dinamica, ma va a scavare a fondo, nel marcio che si cela nei vari distretti di polizia new yorkési.
Il regista ci conduce all'interno delle stazioni delle forze dell'ordine, le quali, in quanto a personale, non sono certo come ce le aspetteremmo. Sono piene di agenti menefreghisti, i quali snobbano il loro stesso lavoro, fingono arresti, ricattano i delinquenti stessi. Il director ci descrive in maniera impietosa il corpo di polizia della "grande mela", il quale oltretutto, agisce alle spalle dei proprio superiori, ignari di tutto.
Direzione fenomenale di Al Pacino, reso più che credibile nel ruolo di Frank Serpico, ed eccellente caratterizzazione del personaggio. Serpico, ci viene mostrato come un poliziotto anticonformista in tutto e per tutto. Si veda ad esempio come si veste quando va a lavorare oppure come mantiene il suo aspetto, con quei baffoni che di certo, non erano graditi per operare nelle forze dell'ordine. Sono proprio queste che fanno di Al Pacino/Frank Serpico, uno dei protagonisti più emblematici della storia del cinema. Lo vediamo poi come un uomo che tiene molto alla lealtà, all'onesta e al suo lavoro.
L'anticonformismo, lo troviamo anche nel genere di appartenenza della pellicola. Lumet infatti, gira un poliziesco atipico. Non ci sono sparatorie considerevoli o inseguimenti mozzafiato o ancora il burbero sergente/tenente di turno. In quest'opera si va oltre il significato di cinema poliziesco. E' un film sulla polizia stessa, senza criminali di mezzo, solo polizia e basta. La macchina da presa, girovaga di continuo per "tutti" i distretti di New York, esplorando l'ambiente della squadra mobile, con tutti i suoi compiti ed anche, i suoi segreti più oscuri.
Il ritmo, come ho accennato in precedenza, soffre ogni tanto di qualche punto morto, ma complessivamente la pellicola risulta scorrevole e la narrazione si rivela efficace, visto che man mano che il film va avanti, si fa sempre più il tifo per Serpico, arrivando a provare quasi un senso di empatia nei suoi confronti. Dialoghi trattati bene da Lumet, sempre coinvolgenti.
Non mancano delle ottime scene di tensione, le quali aggiungono un po' pepe al tutto.
Il finale è molto toccante e oltretutto, per chi non conosceva la storia come me, fa stare in trepidazione, visto che non si sa se il protagonista sopravviverà o meno dopo essere stato colpito da uno sparo.
La scenografia è perfetta, rappresenta al meglio l'anima marcia dell'opera. Difatti ­­la pellicola, è ambientata nei bassifondi di New York, totalmente diversi rispetto ad altre zone dell'elegante metropoli che tutti noi conosciamo. Questi quartieri popolari, sono sporchi, malfamati, pieni zeppi di delinquenti. E in più ci si aggiungono anche i poliziotti corrotti.
La fotografia si sposa bene con l'ambientazione. E' volutamente distaccata, evidenzia il lato grigio e malsano del film.
La sceneggiatura non è particolarmente articolata, ma è solidissima. Ha un impianto narrativo ferreo, lineare si, ma mai piatto. D'altronde, l'intento era quello di raccontare una storia vera, e quindi bisognava attenersi alla realtà, senza particolari stravolgimenti. Grandiosa delineazione del protagonista e dialoghi frizzanti. Questi ultimi sono probabilmente tra gli elementi migliori dell'intero prodotto.
Buona la colonna sonora anche se non è eccelsa.
Il difetto maggiore della pellicola, oltre alle già citate fasi di stallo, l'ho riscontrato nel montaggio. Ogni qualvolta Serpico cambia distretto, tale sequenza ci viene mostrata così all'improvviso, senza che venga fatto vedere alcun procedimento di trasferimento. Scelta questa qui abbastanza discutibile. Tuttavia, non penalizza di chissà quanto la pellicola.
Conclusione: un gran bel film di denuncia sul sistema poliziesco corrotto. "Serpico" ha certamente lasciato il segno nel mondo della settima arte, grazie in particolare al modo totalmente nuovo di fare cinema poliziesco e all'interpretazione di Al Pacino, qui alla sua definitiva consacrazione. Non proprio un capolavoro, ma senza ombra di dubbio un lungometraggio affascinante e molto interessante. L'8 ci sta tutto.