caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO regia di Stephen Daldry

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
oh dae-soo     8 / 10  30/05/2012 22:39:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
leggeri spoiler

Ricordo una mia quasi entusiastica recensione a un film snobbato e (quasi) odiato da tutti, Nel paese delle creature selvagge. Il fatto è che i film che raccontano l'esser bambini e l'adolescenza con me sfondano una porta aperta. c'è poco da fare. E anche questo, ca va sans dire, l'ha sfondata.
Film molto più complesso di quello che sembra, capace di raccontare con dolcezza, tatto ma anche durezza e verosimiglianza non solo il rapporto architrave dell'intero film, ossia quello tra padre (scomparso) e figlio ma anche quello difficilissimo dello stesso figlio con la madre e quello quasi poetico con i propri nonni.
E' proprio forse questo overload di sentimenti e rapporti interpersonali a rappresentare al contempo un pregio ma probabilmente anche un piccolo difetto della pellicola, costretta a pericolosi funambolismi in sceneggiatura per restare in piedi.
Oskar ha perso il padre l' 11 Settembre. Ha vissuto la sua agonia attraverso 6 terribili chiamate al telefono. Quei 6 messaggi in segreteria sono apparentemente la cosa che più lega Oskar al ricordo di suo padre, un suo prezioso e terribile legame che non deve dividere con nessuno. E se invece fossero altro? E se Oskar le tiene per sè perchè nascondono un segreto per lui devastante?
Magnifico come il film in maniera del tutto naturale e lieve riesca a passare da quello che apparentemente sembra "soltanto" lo straordinario tentativo di un figlio di non dimenticare suo padre a quello che pare invece essere un modo a dir poco commovente di espiare una colpa più morale che effettiva.
Oskar trova una vecchia chiave in un vestito di suo padre. Quella chiave deve aprire qualcosa, per forza.
E Oskar ha tutta New York per trovare la serratura giusta.
Si dice che quando il sole scoppierà noi ce ne accorgeremo soltanto dopo 8 minuti, il tempo che la luce arrivi sulla Terra.
Suo padre è morto e Oskar, con questa ricerca impossibile, tenta disperatamente di prolungare quegli 8 minuti che ancora lo legano a lui.
Il tratteggio del personaggio di Oskar è da cineteca, raramente capita per lo spettatore di arrivare a conoscere così bene un personaggio di finzione. Aiuta il personaggio la maestosa interpretazione del piccolo attore, capace di manifestare la gioia e la disperazione,la curiosità e l'intelligenza, il dolore e i dubbi che quella magnifica e al contempo terribile età cela dentro di sè.
Son talmente tante le tematiche affrontate dal film che bisognerebbe sacrificarne alcune per non rischiare di scrivere un poema (sai che novità).
- La meraviglia dell'infanzia, quel periodo fatto di scoperte, curiosità, intelligenza viva, sincerità nel sentimento, passione infinita per le cose. Oskar in questo senso è qualcosa di incredibile, mai visto un bimbo così stimolato e stimolante.
- Il tratteggio dei rapporti famigliari, quello straordinario col padre "uguale" a lui a differenza della madre (un'ottima Bullock, brava) così apparentemente lontana dal nostro mondo. Apparentemente già, perchè se una madre è una grande madre come quella di Oskar le apparenze piano piano muteranno del tutto.
E quel rapporto così assurdo e difficile col nonno che non parla. Von Sydow è grande e la parte tra i due davvero notevole ma mi ha lasciato una strana sensazione, come di inutilità, di superfluo. Quel personaggio mi è parso più letterario che cinematografico, non lo so.
Eccezionale invece il rapporto con la nonna, a tratti lirico, come mi capitò di vedere con la nonna di Persepolis. La scena in cui sono sdraiati in terra la mattina dell' 11 settembre è qualcosa di unico, quasi un privilegio vederla. E tutta quella sequenza, con Oskar che si muove e risponde da sotto il letto, rimane probabilmente il punto più alto dell'intera pellicola.
- La Morte. Oskar ne è ossessionato. Non ha capito quella del padre, non si dà pace che quella bara sia vuota, non comprende come un uomo possa morire senza che conosca chi l'ha ucciso. Immagina come sia morto il padre (è convinto che sia uno dei falling men), ha sulla testa quei terribile 6 messaggi in segreteria. E nel diario vedremo alla fine la straordinaria sequenza in cui la sagoma torna su nelle torri. Hai ragione Oskar, perchè la vita per quanto possa essere bella e indimenticabile è una caduta continua, impossibile fermarla, impossibile prendere la direzione opposta. "Up" scrive Oskar, magari meraviglioso ragazzo, magari.
- L'Espiazione. Tutti nel film devono espiare delle colpe ma il tentativo che fa Oskar è qualcosa di grande. Cosa successe quando tuo padre moriva Oskar? Trovare quella serratura, trovarla per forza, il ricordo di suo padre vive in quella ricerca. In quella Spedizione.
- Il superamento delle proprie paure. L'America post 9/11 è l'america della fobie, paure reali o fittizie che quasi tutti portano con sè. Oskar in una straordinaria sequenza ce le racconta tutte. Molte le supererà. Quelle paure in realtà sono soltanto traumi dovuti alla perdita del padre. Non è una fobia della morte ma è una morte che genera fobie.

C'è un tema però molto più piccolo e meno centrale che mi piace sottolineare.
Anche perchè tanto tempo fa scrissi un racconto che ieri, come un pugno allo stomaco, mi è tornato addosso nel vedere questo film.
Il racconto si chiamava Catarsi.
E' difficile spiegare la sensazione che ho provato.
Il film racconta altro ma quello che vedevo era in un modo quasi assurdo quello che circa 15 anni fa avevo scritto.
Quel bambino va di casa in casa.
Cerca la serratura giusta, chiede agli abitanti di ogni casa se avessero mai conosciuto suo padre, se quella chiave gli dice qualcosa.
Non troverà (forse) la serratura giusta ma troverà tante persone, tante storie diverse.
Ogni storia finirà nel suo diario, ogni volto, ogni sensazione.
Ma non è tanto importante ciò che Oskar ha provato.
Dobbiamo ribaltare l'ottica, è importante ciò che quelle persone hanno provato.
Hanno visto un bambino che cercava semplicemente di ricordare suo padre, che chiedeva a loro sconosciuti se lo avessero conosciuto.
Ecco, il mio bambino rappresentava altro, faceva altro ma offriva lo stesso regalo alle persone che lo accoglievano in casa.
Perchè quelle persone, giocoforza, si devono sentire purificate, devono capire che gli è successo qualcosa di grande.
Hanno vissuto una catarsi nell'amore di quel bambino.
Avevo sempre voluto che quel racconto fosse messo in video, ci andai quasi vicino in realtà.
L'ho visto ieri.
E ho pianto.
speXia  30/05/2012 23:07:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Dae-soo!!
Se davvero i film sull'infanzia sono il tuo punto debole, recuperà assolutamente il capolavorissimo Paco And The Magical Picture Book, ovvero i 105 minuti più commoventi (nonostante sia un film molto allegro) che abbia mai visto.
Sempre un capolavorone, ma non bello quanto Paco, è Silenced.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
oh dae-soo  30/05/2012 23:12:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prendo le segnalazioni volentierissimo ma ho paura che quando verrà il momento dovrai darmi una mano, non ho mai scaricato... :(

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
speXia  31/05/2012 13:35:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
oh dae-soo  31/05/2012 15:19:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
speXia  31/05/2012 19:15:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
LOL! :D