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MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO regia di Stephen Daldry

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     4½ / 10  06/06/2012 16:43:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pensando a questo film di Daldry, non ho potuto fare a meno di riflettere sulla superiorità del cinema europeo di oggi davanti a certe "prove tecniche di emozione". Si discute, strano, tanto di questo mediocre film, doppiato in maniera indecente - il migliore del lotto è quel marpione di Von Sydow che almeno "non parla" - dove non si percepisce se il tema piu' esposto sia quello della rimozione, della memoria, o la "prova di forza" dei newyorkesi post-11 settembre per sconfiggere una comprovata e comprensibile PAURA (il ragazzino che gira nei quartieri piu' disparati della città). C'è solo un film sull'11 Settembre in grado di rimanere nella memoria, ed è il capolavoro di Spike Lee, che fra l'altro non affronta MAI l'argomento. Il prevedibile Daldry deve avere mandato a memoria il monologo allo specchio di e. norton, e a lui si deve l'insopportabile momento della confessione di Oskar allo stralunato pensionante muto, giuro che non è stato facile desistere dalla tentazione (ahimè virtuale) di prendere letteralmente a sberle l'odioso ragazzino... il punto è che questo regista non mi ha mai convinto - salvo The hours solo per la superlativa prova delle attrici - e ancora oggi Billy Elliott ha un ruolo particolare nella lista dei film che eviterò come la peste di rivedere.
No, non ho empatizzato nè con la storia nè con il dramma dello spocchioso protagonista (fra l'altro indossa un paio di orribili scarpe da dopoguerra) poichè il tutto è reso in maniera superficiale, edificante, ricattatoria, e il latte che scende alle ginocchia strasborda piu' del dovuto. Se questo è il cinema americano d'autore del nuovo millennio, una finta fiction sul "giorno peggiore" siamo messi male.
Certamente non è nemmeno privo di meriti: il montaggio e le "ultime chiamate del padre" restituiscono un barlume (scarso) di autenticità, l'affittuario complice nel suo bizzarro mutismo non è male, e si percepisce tra le righe l'originalità del testo originario di foer. Già, quell'umanità incalcolabile che sembra "un'urbanesimo alla deriva", anche se al cinema ha il sapore liofilizzato della macchietta... già peccato che il regista faccia perno - come ha sempre fatto, del resto - alla virtu' impietosita degli spettatori e del loro facile entusiasmo.
Non il mio, decisamente. Indispensabile ovviamente per tutti coloro che hanno forte dimistichezza con la presenza di zuccheri in quantità nel sangue
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  11/06/2012 20:02:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' proprio vero...tu ed io la vediamo diversamente su tutto! E questo va anche bene poichè se tutti la pensassimo alla stessa maniera sai che mondo noioso sarebbe. L'unica cosa che mi permetto di aggiungere, oltre al fatto che il film mi è piaciuto veramente molto, è che la pellicola stessa non vuole rivolgersi in modo così esplicito a quel 11 settembre, ma al "giorno più brutto" visto con gli occhi di un bambino di 9 anni che non vuole perdere il calore e la luce del proprio sole. La cornice è indubbiamente costruita con il ricordo di quel giorno, ma il quadro in essa relegato è innegabilmente qualcosa che va molto oltre la semplice memoria, un qualcosa di profondamente complesso.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  29/06/2012 18:41:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh certo hai ragione tu... ma secondo me c'è sempre qualcosa di sottilmente reazionario nei cineasti che vogliono costruire una storia vicino o lontano a certi temi. Penso cmq. che hollywood sia uno schifo e che il regista sia un abile buffone, ripeto sn convinto che una storia meno lontana dalle regole della produzione avrebbe potuto dirci qualcosa di meglio. Ma davvero non ti ha almeno irritato la confessione stile 25esima ora del ragazzino davanti a W. Sydow?
atticus  06/06/2012 18:12:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ripensandoci, non so proprio perché sono stato così buono col voto... Probabilmente per colpa di una confezione tanto scintillante quanto ruffiana... Effettivamente bruttino.