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PUZZLEHEAD regia di James Bai

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  06/06/2018 09:51:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il mito di Frankenstein e il cronenberghiano "Inseparabili" sono solo due tra gli innumerevoli riferimenti cui si affida James Bai per il suo "Puzzlehead", lavoro di fantascienza distopica ambientato in un mondo in cui il calore degli interni retrò cozza con il grigiore esterno. Un mondo in rovina, marginale e pericoloso contraddistinto da tonalità grigie quasi fossero ispirate ai tg degli anni '90 con immagini provenienti da nazioni affiliate all'ex blocco comunista.
Nel suo oscuro ma accogliente appartamento lo scienziato Walter realizza un androide capace di apprendere in breve tempo ogni tipo di nozione ed emulare (e forse provare) sentimenti umani, vero perno su cui la storia prende corpo.
La ricerca di amore e comprensione, oltre un non sottovalutabile istinto possessivo nei confronti della dolce commessa di un negozio, crea l'inevitabile attrito in cui il consueto scontro uomo/macchina viene sviluppato creando sapienti giochi di specchi, oltre che efficaci scambi di identità grazie ai quali Bai spiazza lo spettatore.
Non è tanto nell'azione ma nello scavo psicologico dei due personaggi principali e nelle loro motivazioni da individuarsi l'essenza di una pellicola in cui, pur riconoscendo tematiche già molte volte affrontate e quindi con il fiato un po' corto, non si può evitare di apprezzare l'impegno in sede di scrittura traballante giusto nei prevedibili twist approntati nell' epilogo.