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DIAZ regia di Daniele Vicari

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julian     7½ / 10  26/09/2012 01:02:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Manufatto ? A me sembra una scuola"

L'onda d'urto della celere, dopo le scorribande in ACAB già in qualche modo ispirate dai fatti della Diaz, stavolta si abbatte senza controllo su una scuola, con immagini non troppo differenti da un assedio di barbari, nel panorama grigio e industriale di Genova, perfetto teatro di morte.
Gli autori non si pongono limiti nel rappresentare violenze e umiliazioni, in un quadro talmente irreale da essere veritiero.
La polizia è una massa informe di persone che, come tali, hanno bisogno di scaricare le tensioni accumulate, giustificate in qualche modo dalle gerarchie che li controllano e comandano, accomodate in un centro direzionale che funge da distorsore di informazioni, ed è così spiegata la dinamica con la quale le notizie, nel passare da un gradino all'altro della scala, cambiano di senso e di entità. In mezzo alla massa informe un solo uomo: Max Flamini.
E' certo che ci sia uno studio documentaristico alla base, ma è vero anche che l'imparzialità decade quando i black bloc vengono incarnati da uno sparuto gruppo di adolescenti.
C'è un immagine ricorrente, un ralenti su una bottiglia lanciata, che assurge - con molto autocompiacimento registico - a fulcro narrativo dell'intera vicenda, a filo conduttore di tante storie spezzettate che, tra flashback e flashforward, danzano intorno a questa comune matrice di cause ed effetti.
E' un buon cinema, ma sembra che ormai ci si sforzi a farlo perché è costruito, non arriva spontaneamente. E, un'altra cosa triste, quando vogliamo fare buon cinema il cast presenta i soliti nomi noti. Gli unici possibili.