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L'AVANT DERNIER regia di Luc Besson

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  18/03/2012 20:53:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'AVANT DERNIER è un film con un inizio ipnotico, un film che tiene incollato lo spettatore allo schermo dall'inizio alla fine, un film che semplicemente affascina. Al suo primo lavoro Besson partorisce un corto magnifico, perfetto, il cui soggetto troverà espressione nel lungometraggio LE DERNIER COMBAT.
Il film si apre con un uomo che segue il proprio istinto, cioè quello di "liberarsi" tramite l'atto sessuale, ma non essendoci femmine nei paraggi ricorre ad una bambola gonfiabile. Oggetto appartenente al passato recente e che è sopravvissuto finora ma che non serve più quando scoppia a causa di una freccia infuocata che lo buca: l'uso dell'oggetto è paragonabile alla vita dell'essere umano che vive nella società, alla quale da un qualche contributo e poi muore lasciandoci (forse) solo una traccia, un ricordo ma nient'altro.
Si parlava di istinto. La natura intrinseca dell'uomo esce allo scoperto fin dai primi secondi, dove c'è la lotta per la sopravvivenza e vediamo un combattimento brutale, senza armi da fuoco, ma unicamente concentrato su armi occasionali e muscoli, una lotta che continua, tra versi e urla fino alla morte di uno dei due. Una lotta che rimanda all'homo sapiens sapiens che chiamava nemici quelli di un'altra tribù e pronto a difendere il proprio territorio e questo si può intuire dai diversi costumi che indossano i due guerrieri superstiti. Una lotta che ricorda il comportamento animale dell'uomo visibile agli inizi dell'umanità e via via nascosto, e non scomparso, dalle maschere adottate in seguito al formarsi della cultura, della società, delle leggi,..
Il regista, allora emergente, sa già dirigere perfettamente tutti gli aspetti del film, da una fotografia in b/n ai costumi sobri e originali, dalle macerie che vanno da una scenografia ad una colonna sonora emozionante, regalando, a chi guarda, una visione di un futuro apocalittico che richiama la preistoria, come se, il regista, volesse sottolineare la ciclicità dell'esistenza umana, l'evoluzione che porta alla rovina per poi rinascere per l'ennesima volta. Questa sua visione ricorda molto i cicli storici dell'umanità che sembra ignorare la propria storia, non imparando mai e ricadendo sempre negli stessi errori.