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ALLA LUCE DEL SOLE regia di Roberto Faenza

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  29/01/2005 18:36:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
(Per l'impotenza emotiva avrei potuto estrarre anche un 9)
"Come puo' il sorriso dei bambini fare paura?" ci si domanda nel film. Già com'è possibile? Difficile comprendere, dividere tra l'omertà in quanto timore di dire e un'insostenibile, aberrante, educazione sociale - culturale al clima vigente. E del resto è facile perdere il controllo e lasciarsi andare a un semplicistico imput razzista minato dalla rabbia (mi scuso con gli amici siciliani, non sarò un nordico sciovinista ma queste storie - lo dico con disagio e, consentitemelo, onestà - mettono a dura prova il rispetto nei loro confronti, la comprensione, etc.) Faenza ricostruisce dunque i due anni di Don Puglisi al Brancaccio con la capacità che gli riconosco da sempre (dai tempi di quel delicatissimo "Johan che visse nella balena" sul tema dello shioah) ma ancora una volta cede a un didattismo formale piuttosto risaputo. Per quanto pretenda di incentivare un processo inverso, il film risulta alla lunga un pò edificante e fatalista, forzando la mano nel solito martirio della vittima designata, sul sacrificio che non muore invano ma che è quasi una necessità per ribellarsi temporaneamente a un sistema eterno ed eternamente mai debellato nè sconfitto. Sconvolgente, invece, nelle prime inquadrature, con quei gatti randagi serviti come pasto per i canili, e allo stesso tempo quei cani massacrati per qualche scommessa in più... un'immagine terrificante (mi auguro sempre, da animalista, che sia tutta una finzione...) che riporta al massacro di una delle più atroci sequenze di cinema italiano degli ultimi anni, nel "respiro" di Crianese...La metafora della morte animale diventa così l'intro a un'universo dove prevale ("uomini come bestie") un climax di paura, di sopravvivenza, di "carnivora" necessità... Bravo a filmare il Brancaccio nelle sue ferite aperte e mai del tutto logorate - come dire: finchè la trasparenza che suggerisce il titolo non verrà mai rimarcata a pieno - il regista sceglie una strada ammiccante, rinunciando forse a un'analisi più profonda delle radici territoriali del prete: sceglie così i sorrisi dei ragazzini, a volte piacevolmente frivoli, altrove non del tutto soggiogati dall'immobilismo adulto, capaci cioè di pensare "con la propria testa" e vedere attorno a loro ciò che è giusto e ciò che incute solo minaccia e timore... Eppure per certi versi non posso non liberarmi dal ricordo ehm "parrocchiale" di certe operine moraleggianti dei primi anni settanta più rassicuranti che radicali Il che incute una riflessione: se lo scopo di Faenza è quello di portare l'indignazione alle conseguenze previste, la beneaugurante contraddizione di una giovinezza esposta a un bisogno di diritti negati, di un neorealismo confuso negli occhi di un bambino che ruba, o nel trucco audace di una prostituta ancora adolescente, non sempre riescono a plasmare lirismo e verità con la stessa misura
marie  01/02/2005 12:53:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi associo ai commenti precedenti, il tuo voto è un ulteriore incentivo per vedere alla luce del sole. Complimenti sinceri.
Invia una mail all'autore del commento Andre85  10/02/2005 18:39:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
commento arguto
ps. secondo me la locandina è pessima
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  12/02/2005 14:07:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
io credevo che avrei scatenato l'ira campanilista dei siciliani, con le mie parole... invece non è accaduto Non sono leghista comunque (vade retro)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  29/01/2005 18:50:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi



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patt  01/02/2005 09:33:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
..aricomplimenti!
..scrivi benissimo, ed è un piacere leggerti, non sembra un commento, ma un viaggio introspettivo all'interno di un film, come dice andreapau, stimolante!..
ne dovresti fare il tuo mestiere! (..sempre che non lo sia già)
andreapau  31/01/2005 14:18:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
posso farti i miei complimenti?non sono sicuramente il primo nè saro' l'ultimo,ma ci tenevo a dirti che i tuoi commenti sono sempre(anche quando non totalmente condivisibili)stimolanti..ho molto da imparare
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  31/01/2005 22:16:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comunque sono stato troppo severo... alla fine questo film mi è piaciuto, volevo soltanto diffidare dello scopo del film, perchè a volte una vittima diventa un simbolo di comodo per non cambiare nulla...a dire il vero nel film ci sono esempi individuali di speranza, come nella fuga del ragazzo dopo la scoperta dell'identità dello zio e purtroppo anche il gesto di Domenico... Grazie per i complimenti Hai notato la locandina? Non c'è bisogno di spoiler... credo proprio (non vorrei sbagliarmi) che citi volontariamente uno spaghetti-western degli anni sessanta... qualcuno ne sa qualcosa?
andreapau  01/02/2005 18:04:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non direi severo..piuttosto un bravo equilibrista,perchè nonostante l'empatia indiscutibile,sei riuscito a recensire con sufficiente distacco il film.non è facile giudicarlo senza diventare impopolari!e tu ci si riuscito pienamente...guarda che codazzo di fans!!